La Francia rivuole le fabbriche d'auto

Il ministro Le Maire: "Le due aziende via dai Paesi poco green". Mercato europeo +7,9%

La Francia rivuole le fabbriche d'auto

L'invito del ministro francese dell'Economia, Bruno Le Maire, a Stellantis e Renault, è stato chiaro: «Ci aspettiamo da questi produttori francesi che riportino la produzione in Francia». Ma Le Maire, partecipando al «Paris Automotive Summit», in occasione del Salone dell'auto in corso nella Capitale d'Oltralpe, è andato anche oltre: «Chiedo a queste aziende di non produrre più nei Paesi dove c'è meno rispetto dell'ambiente, oltre a condizioni sociali peggiori rispetto alla Francia».

Dal ministro, che rappresenta uno degli azionisti forti di entrambi i gruppi, cioè l'Eliseo (6,2% in Stellantis e 15% in Renault), è partito uno stimolo reso ancora più incisivo dalla presenza dello Stato in entrambe le realtà, oltre alla volontà di dare un segnale di forte vicinanza al mondo automotive del Paese. A proposito di partecipazioni, tempo fa Tavares si era dichiarato contrario a una possibile quota dello Stato italiano in Stellantis, sostenendo che «possiamo proteggere l'Italia senza il governo azionista».

Secondo Le Maire, intanto, gli annunci fatti proprio al Salone dell'auto da Carlos Tavares e Luca De Meo, ai vertici rispettivamente di Stellantis e Renault, «vanno nella giusta direzione, ma sono solo i primi passi della rilocalizzazione dei nostri produttori sul territorio nazionale». Il capo del gruppo nato dalle nozze tra Fca e Psa, ha infatti rassicurato il presidente Emmanuel Macron, che ha voluto toccare con mano le novità esposte, sull'impegno in Francia: «Stellantis vi produrrà 12 veicoli elettrificati, a fronte dei 6 modelli attualmente sulle linee». E così anche De Meo: «Vogliamo riportare la Francia al centro della nostra strategia; abbiamo avviato interlocuzioni con le parti sociali e le autorità politiche per renderlo possibile». A De Meo, comunque, Le Maire ha raccomandato di tutelare l'alleanza con Nissan (i francesi potrebbero infatti ridurre la quota nella Casa giapponese dal 43% al 15%). «L'accordo siglato nel 1999 - ha aggiunto Bruno Le Maire - è importante in termini di tecnologia, di piattaforme e consente molte possibili complementarità».

Ecco le reazioni dei sindacati italiani alle parole del ministro dell'Economia di Parigi. «L'auspicio - osserva Gianluca Ficco, segretario nazionale Uilm, guardando al futuro governo - è che lo Stato italiano si dimostri altrettanto attento nel difendere gli interessi nazionali, quanto quello francese». «Voglio ricordare al ministro Le Maire - interviene Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl - che Stellantis è un'azienda con una solida presenza industriale anche in Italia, tanto da aver più dipendenti della Francia. Come sindacato, la richiesta al gruppo Stellantis di rilocalizzare le produzioni deve riguardare, quindi, anche il nostro Paese».

Le Maire, intanto, si unisce all'allarme lanciato da Tavares sull'insidia cinese (al Salone di Parigi espongono anche i costruttori di Pechino) per l'industria europea. «Il problema - le sue parole - è che i nostri grandi partner, Cina e Usa, hanno scelto strategie protezioniste. Bisogna adottare una politica Ue comune».

Nessuna reazione da Bruxelles, invece, dopo la requisitoria di Tavares a proposito di una transizione verso una mobilità solo elettrica mal gestita («la decisione dogmatica di vendere solo auto elettriche nel 2035 ha conseguenze sociali

ingestibili»)

Di ieri, infine, i dati sulle vendite di auto a settembre in Europa. Ancora un segnale positivo (+7,9%) anche se resta in rosso il bilancio da inizio anno (-9,7%). Per Stellantis -2,6% nel mese e -16,3% da gennaio.

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