Fs, fatturato a 8 miliardi. In arrivo il nuovo piano

Ricavi cresciuti del 13%, perdita di 199 milioni

Fs, fatturato a 8 miliardi. In arrivo il nuovo piano
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Prima metà dell'anno a velocità sostenuta per Ferrovie dello Stato. I principali indicatori economici risultano in progresso con la nota stonata del risultato netto virato in rosso. Nel primo semestre i ricavi operativi sono stati pari a 8 miliardi di euro, in crescita del 13% rispetto al primo semestre dello scorso anno. In progresso anche la redditività con il margine operativo lordo (ebitda) a quota un miliardo (+3%) e l'utile operativo a 109 milioni (+10%) sotto la spinta principalmente dei risultati di Trenitalia. La controllata che si occupa della gestione del trasporto ferroviario passeggeri ha riportato nei primi sei mesi dell'anno una ripresa dei volumi in tutti i segmenti di business; in aggiunta, il perfezionamento della vendita da parte di FS Sistemi Urbani degli scali ferroviari di Milano Farini e San Cristoforo hanno generato una plusvalenza di 118 milioni.

Gli investimenti del gruppo FS sono balzati a 7,4 miliardi (+11%) grazie all'impulso del Pnrr. Al 30 giugno la Posizione finanziaria netta è pari a 13,2 miliardi dagli 11,2 miliardi di fine 2023.

Il semestre segna un risultato di periodo negativo per 199 milioni (rispetto all'utile di 4 milioni del 1° semestre 2023), riconducibile principalmente all'accantonamento a fondo rischi - per un importo pari a 153 milioni di euro - connesso alla sentenza del Consiglio di Stato del 5 agosto di quest'anno relativa al salvataggio di Ferrovie del Sud Est (FSE) secondo cui i 70 milioni stanziati nel 2016 dal ministero delle Infrastrutture e il trasferimento di FSE a FS sarebbero stati atti illegittimi. «Il gruppo FS ha sottolineato l'amministratore delegato, Stefano Donnarumma (in foto) continua a registrare una crescita dei volumi di passeggeri che non corrisponde linearmente ad una crescita del risultato aziendale. Questo è dovuto a diversi fattori, quali l'incremento del costo del personale per sostenere il piano di investimenti, il mancato adeguamento di contribuzione per i costi di manutenzione di RFI e dei contributi destinati ad Anas per le cosiddette Strade di rientro. A questi si aggiunge la necessità di accantonare un fondo rischi su FSE a seguito della recente sentenza del Consiglio di Stato».

Il top manager, arrivato a giugno alla guida del gruppo ferroviario controllato al 100% dal Tesoro, non nega la necessità di un rilancio «con un approccio industriale per migliorare i livelli di servizio e di soluzioni per garantire i livelli di equilibrio economico-finanziario attesi».

E «in questa direzione» andrà il nuovo piano strategico in arrivo entro fine anno. Nelle scorse settimane Donnarumma ha precisato che al momento non c'è nessun progetto di quotazione in Borsa, mentre è allo studio l'eventualità di aprire il capitale ai privati.

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