Giovedì scorso il titolo Autogrill in Piazza Affari aveva mostrato molto vigore, con uno strappo dell'8,89%, a 6,518 euro. Le motivazioni cercate dagli analisti erano legate soprattutto alla ripresa del trasporto aereo americano, visto che la società italiana genera il 50% delle vendite nel canale aeroportuale statunitense. Ma ieri si è capito che c'è qualcosa di più sostanzioso: un'operazione straordinaria che potrebbe portare alla fusione con il gruppo svizzero Dufry, il più grande operatore di duty free al mondo. Così Autogrill ieri pomeriggio è balzato all'improvviso e ha chiuso con un rialzo del 12,3% a 7,32 euro (mentre Dufry ha segnato un più 1,6% a Zurigo).
La società è controllata con il 50,1% dalla holding Edizione del gruppo Benetton e nel caso di una fusione quest'ultimo verrebbe diluito ma resterebbe l'azionista di riferimento con il 20-25% del capitale del nuovo aggregato, primo socio in una realtà molto più grande e internazionale, con un valore complessivo di circa 6,5 miliardi (ai valori di ieri Auttogrill capitalizza 2,8 miliardi, Dufry 3,65).
L'operazione i cui tempi non saranno brevi non ha legami diretti con l'Opa «difensiva» lanciata dal gruppo Benetton (insieme a Blackstone) su Atlantia, di cui detiene il 33,1%, ma costituisce comunque un altro tassello del riassetto della galassia. Da Ponzano Veneto si precisa che il gruppo Autogrill, perseguendo i propri disegni di crescita, è interessato a valutare diverse opportunità strategiche, e a tal fine «intrattiene interlocuzioni anche con operatori del settore con l'obbiettivo di creare valore per tutti gli stakeholder». Dufry dunque non è, o non sarebbe, l'unico possibile alleato; di alto profilo e di grandi dimensioni ci sono anche il gruppo inglese SSP, o quello francese Lagardere. Nessuno si nasconde, però, che un'integrazione con gli elvetici sarebbe perfetta sia sotto l'aspetto dimensionale, sia per le integrazioni industriali: Dufry è prima al mondo nella vendita di beni di consumo nei negozi collocati in aeroporti, porti, stazioni, mentre Autogrill è il primo operatore al mondo nella ristorazione al servizio di chi viaggia. Si tratterebbe quindi del miglior matrimonio possibile, grazie anche a una profonda conoscenza reciproca: nel 2013 infatti Autogrill scorporò il business dei duty free che poi fu venduto proprio a Dufry, valorizzando le reciproche vocazioni. Oggi i due business food e retail tornerebbero insieme, ma non come un passo indietro, piuttosto come un modo più attuale per affrontare e conquistare il mercato.
Non c'è dubbio che la pandemia, colpendo profondamente il mondo del turismo e dei viaggi, ha creato i presupposti per una stagione di nuovi consolidamenti. Va anche detto che la ristorazione per chi viaggia sta dimostrando un rimbalzo superiore a quello dei prodotti da duty free. Lo scorso anno Autogrill ha fatto ricorso al mercato per rafforzare il proprio patrimonio con il lancio di un aumento di capitale da 600 milioni, ben accolto dal mercato, al quale i Benetton hanno partecipato per l'intera propria quota versando circa 300 milioni. Oggi dunque, qualunque operazione si profili, il gruppo italiano si presenta solido e con i conti a posto. Autogrill, primo nel mondo nel suo settore, è presente in 30 Paesi di 4 continenti, opera in 829 collocazioni con 3.300 punti vendia ed è presente in 139 aeroporti.
Con l'arrivo di Alessandro Benetton alla presidenza di Edizione, sono state individuate tre
società indicate come strategiche nello statuto, che sono Atlantia, Benetton Group e appunto - Autogrill: sono i cardini sui quali si imposta tutta la politica di sviluppo di lungo termine della famiglia di Ponzano Veneto.
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