Fusione Unipol-Fonsai, la nuova perizia sul tavolo tra un mese

Il gip di Milano fissa il 15 luglio l'incidente probatorio decisivo per chiudere le indagini

Fusione Unipol-Fonsai, la nuova perizia sul tavolo tra un mese

Si giocano su una nuova consulenza le sorti del caso del passaggio delle assicurazioni Fondiaria-Sai al gruppo Unipol, avvenuto ormai quasi dieci anni fa. Due giorni fa è stata depositata la perizia firmata dai professori Pietro Manzonetto, dell'università Cattolica, e Pietro Mazzola, dell'università Bocconi. I due esperti sono stati incaricati dallo stesso gip di verificare la correttezza dei concambi della complessa fusione. Il sospetto della Procura di Milano è che quei concambi siano stati falsati e che abbiano favorito gli azionisti Unipol, ipervalutando la società, a danno dei soci Fonsai (la famiglia Ligresti che la controllava con il 35% del capitale ordinario e gli altri azionisti di minoranza). Mentre all'udienza di ieri il gip di Milano Anna Calabi ha rinviato al 15 luglio. Erano presenti all'udienza i pm Roberto Fontana e Stefano Civardi, titolari del fascicolo ereditato da Torino, e gli avvocati dell'amministratore delegato di Unipol Carlo Cimbri.

Il gip quindi ha ritenuto di non tenere conto della consulenza affidata a suo tempo dai pm torinesi a Enrico Stasi e Flavio Dezzani e di disporne una da zero. Il 15 luglio si chiuderà l'incidente probatorio. I periti del giudice risponderanno alle domande dei rappresentanti della Procura e dei difensori dei vertici di Unipol, Paola Severino ed Ermenegildo Costabile, che si avvalgono della consulenza di Enrico Laghi. Poi il fascicolo tornerà ai pm, che decideranno se procedere alla richiesta di rinvio a giudizio o di archiviazione.

Gli indagati, per il reato di aggiotaggio informativo, oltre a Cimbri e a Pierluigi Stefanini, presidente di Unipol, sono Roberto Giay, ex amministratore delegato di Premafin Finanziaria; Fabio Cerchiai, ex presidente di Milano Assicurazioni; Vanes Galanti, ex presidente di Unipol Assicurazioni. A rischio processo anche l'advisor Paolo Gualteri e l'ex direttore della Consob, Gaetano Caputi, per ostacolo all'organo di vigilanza. L'indagine riprende dopo che due anni fa era già stata chiusa dalla Procura di Torino, ma su richiesta dei difensori dei manager Unipol, la Cassazione aveva ordinato di trasferire tutto a Milano. Ed è per questo che ora, due anni dopo, il gip ha disposto l'incidente probatorio. Alla finestra ci sono i tre figli di Salvatore Ligresti, scomparso nel 2018, che con le fusioni del 2012-13 hanno visto azzerarsi la loro quota in Fonsai, oltre agli azionisti di minoranza della compagnia, che era quotata in Borsa con oltre 25mila soci. Se i pm chiederanno il rinvio a giudizio e se il gup lo dovesse disporre, i Ligresti tornerebbero in gioco come parti civili nel processo penale. La famiglia ha infatti sempre sostenuto di aver subito un enorme danno dalla fusione, attraverso concambi squilibrati. Nella consulenza chiesta dalla Procura di Torino si arriva a quantificare tale sbilanciamento in circa un miliardo di titoli azionari. Il cui valore, sommato a quello dei dividendi staccati, supera i 3 miliardi.

Per i legali di Unipol, al contrario, le valutazioni effettuate a suo tempo sono state più che verificate da numerosi e autorevoli consulenti. E anche la perizia Manzonetto-Mazzola, a una prima lettura, va per le difese nella direzione di sconfessare quella dei colleghi torinesi e a favore del gruppo finito sotto la lente dei pm.

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