A Trieste prende forma il fronte schierato per il rinnovo di Philippe Donnet al vertice di Generali, in vista della resa dei conti nell'assemblea del 29 aprile.
Ieri il cda, in una riunione fiume seguita all'addio di Francesco Gaetano Caltagirone (all'8,04% del capitale) e di Romolo Bardin, ad di Delfin e manager di fiducia di Leonardo del Vecchio (al 6,62%), ha iniziato a delineare la prima tattica nella compilazione della lista del board. Un percorso quest'ultimo voluto da Mediobanca (al 12,82% del capitale e al 17,25% dei diritti di voto), sostenuto da DeAgostini (socio in uscita ma impegnatosi a mantenere i diritti di voto) e contestato dal patto di consultazione (al 16,19% del capitale) che, oltre ai due imprenditori, annovera la partecipazione di Fondazione Crt.
In oltre cinque ore di vertice a cui hanno presenziato tutti i consiglieri rimasti, il comitato nomine ha presentato oltre venti nomi di potenziali candidati. A febbraio la rosa sarà sfoltita, fino ad arrivare alla compilazione definitiva della lista il 14 marzo quando sarà verosimilmente proposto anche il numero dei componenti del nuovo cda (da statuto compresi tra 13 e 17) da portare in assemblea.
La linea per la formazione della lista del cda, come da tradizione di Mediobanca, è quella della continuità ove possibile e con un forte impulso alla scelta di consiglieri indipendenti. Tra dimissioni pervenute, i consiglieri comunque vicini ai pattisti (Paolo Di Benedetto e Sabrina Pucci) e l'exit strategy imboccata da DeAgostini (rappresentata in consiglio da Lorenzo Pelliccioli), la lista garantirà in ogni caso un ampio spazio anche all'evoluzione del board. Nella prima rosa di nomi è presente anche Gabriele Galateri di Genola, presidente del gruppo dal 2011 (e quindi non più indipendente) a cui, secondo alcuni, potrebbe essere richiesto di fare spazio al vertice a Diva Moriani, consigliere indipendente a Trieste dal 2016 e presidente del comitato nomine. Clemente Rebecchini, direttore centrale di Mediobanca e vicepresidente di Generali dal 2013, dovrebbe infine aver dato disponibilità al rinnovo.
In movimento anche i pattisti il cui piano è atteso per metà febbraio. Alla strategia stanno lavorando Bain Company, Jp Morgan e Fabrizio Palermo, ex numero uno di Cdp che alcuni rumor vorrebbero in pole position per divenire capolista del patto, in ticket con Patrizia Grieco (Mps) alla presidenza. Le indiscrezioni di stampa riportano inoltre tra i potenziali papabili due ex ministri, Vittorio Grilli e Domenico Siniscalco, e una girandola di figure operativa quali Giulio Terzariol (Allianz), Giacomo Campora (Allianz Italia), Matteo Del Fante (Poste italiane) e Sergio Balbinot. Ieri, inoltre, in attesa della formalizzazione della lista dei pattisti, secondo alcune fonti stampa non confermate, Pucci si sarebbe dimessa dal comitato nomine, una mossa che eviterebbe possibili collegamenti tra liste in formazione. Tutto tace invece da Assogestioni che nel 2019 ha raccolto il 39% di consensi ed espresso due consiglieri, tra cui Roberto Perotti. La presenza di quest'ultimo nel comitato nomine di Generali potrebbe però far riflettere.
La procedura per la formazione della lista del cda del Leone prevede infatti che i consiglieri valutino la «doverosità/opportunità di non partecipare ai lavori ove non abbiano formalmente dichiarato che non presenteranno una lista concorrente».
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