Generali, vince ancora Mediobanca

Per la lista del cda vota il 39,5% del capitale. Caltagirone al 29,4%, ma non si ferma

Generali, vince ancora Mediobanca

Dopo mesi di passione, si chiude la partita su Generali con la conferma al vertice del gruppo di Philippe Donnet, al suo terzo andato, nel corso di un'assemblea da record. A partecipare è stato il 70,7% le capitale, il 15% in più del precedente round elettorale. Determinante è stata la chiamata alle armi dei fondi internazionali che, in accordo al suggerimento dei proxy advisors, hanno sostenuto la lista del cda voluta da Mediobanca e DeAgostini, in contrasto alla lista di Francesco Gaetano Caltagirone appoggiata dagli imprenditori italiani presenti nel capitale di Generali e, in larga parte, anche in quello di Mediobanca (dove gli stessi azionisti sfiorano il 25% del capitale). Piazzetta Cuccia porta a casa quindi una vittoria sul campo, ma il rischio è che la battaglia vissuta per il controllo della compagnia assicurativa da 710 miliardi in gestione sia solo il primo capitolo.

Anche perché Caltagirone porta a casa tre consiglieri (oltre all'imprenditore anche Marina Brogi e Flavio Cattaneo) rispetto ai 10 espressi dalla lista del cda (oltre a Donnet, il presidente Andrea Sironi, Clemente Rebecchini, Diva Moriani, Luisa Torchia, Alessia Falsarone, Lorenzo Pellicioli, Clara Furse, Umberto Malesci e Antonella Mei-Pochtler). Già lunedì potrebbero emergere le prime indicazioni, nel primo cda che, stante il previsto testa a testa tra le due formazioni in campo, non era stato convocato a Trieste già al termine della assemblea.

Per la lista del cda ha votato il 39,5% del capitale del Leone; quella presentata dall'Ingegnere e capitanata dal candidato ad Luciano Cirinà e dal candidato alla presidenza Claudio Costamagna, ha raccolto il 29,4% dei consensi. Assogestioni con l'1,3% non ha superato la soglia di blocco statutaria del 5% del capitale e non entra nel nuovo board. Considerando l'operazione di affitto titoli effettuata da Mediobanca sul 4,2% del capitale di Generali e l'1,44% detenuto da DeAgostini che ha mantenuto i diritti di voto pur avendo in corso l'exit strategy, il 4% circa di differenza tra le due liste consente sia a Mediobanca di proclamare il successo al riparo da eventuali contestazioni, sia a Caltagirone di rivendicare un ruolo, di peso, nella futura gestione del gruppo.

Un cda eletto dal 55% dei voti (dei presenti in assemblea ndr) non potrà non tenere conto dell'altro 45. Sono mancati i voti dei soci stranieri più lontani dalla realtà italiana ha commentato l'Ingegnere riconoscendo l'onore alle armi ai vincitori, per poi proseguire: Chi è socio stabile vuole che insieme al grano che si semina ad ottobre e si raccoglie a giugno, si pianti l'albero che darà frutto negli anni. La speculazione, invece, vuole prendere subito quello che può e scappare. In ogni caso continuerò a operare perché il cambiamento avvenga.

Questo evento rappresenta un passaggio di grande importanza, la maggioranza si è espressa senza nessuna ambiguità per la lista presentata dal cda ha detto Donnet per poi aggiungere in tono più conciliante: Ora tutti insieme lavoreremo con determinazione per perseguire l'interesse di tutti gli stakeholder.

Adesso è il momento per il Leone di proseguire, sperando che i nostri suggerimenti possano dare anche qualche ispirazione al management nel bene comune di tutti gli azionisti e dipendenti ha infine concluso Cirinà, ex top manager di Generali, licenziato nel corso della battaglia conclusa ieri.

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