La Corte dei conti sbugiarda il governo Renzi. Il Def tanto decantato, infatti, non basta a far tornare l'Italia a crescere, né è sostenibile "in assenza di interventi profondi, capaci di rialzare le dinamiche della produttività totale dei fattori".
È quello che emerge dal rapporto 2015 sul coordinamento della finanza pubblica, in cui si ricorda che proprio "sulle riforme si basa la richiesta, su cui la Commissione Ue si è pronunciata favorevolmente, di una deviazione del percorso" di consolidamento. Per questo, scrive la corte, "un duraturo controllo sulle dinamiche di spesa può ormai difficilmente prescindere da una riscrittura del patto sociale, che leghi i cittadini all’azione di governo e che abbia al proprio centro una riorganizzazione dei servizi welfare".
Negli ultimi 20 anni, tra l'altro, Comuni e Regioni hanno aumentato le tasse, ma non per colpa loro, quanto per le scelte del governo. La quota di imposte degli enti locali, infatti, è passata dall’11,4% del 1995 al 21,9% del 2014.
"Ma ciò è stato il frutto di scelte operate a livello di governo centrale, piuttosto che espressione dell’autonomia impositiva degli enti decentrati", dice la Corte, secondo cui "sono 113 le misure che hanno interferito con il percorso del federalismo, incidendo sull’assetto e sull’evoluzione dei principali tributi regionali e comunali (Irap, addizionale regionale all’Irpef, addizionale comunale all’Irpef e Imu)".- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.