La stangata, a questo giro, porta il nome di Dario Franceschini. Ecco che arriva il secondo colpo dopo il decreto che ha aggiornato, rivedendole al rialzo, le quote per la cosiddetta copia privata. L'equo compenso, che destina alla Siae una parte del costo di un qualsiasi prodotto che contenga una memoria digitale, è una tariffa tanto cara al "nostro" ministro piddì che aveva assicurato che le correzioni all'insù non avrebbero gravato. Sosteneva, infatti, che in Italia tablet e smartphone vengono venduti a prezzo fisso. Peccato che già una decina di giorni fa, come aveva scoperto la nostra cronista Clarissa Gigante sul Giornale.it, Apple Italia aveva aumentato i prezzi di iPhone, iPad e Mac e di tutti gli altri dispositivi per adeguarli alle nuove tariffe per il copyright previste dal decreto. Circa 4 euro in più (esattamente la tariffa dell'equo compenso) per ogni dispositivo. Adesso anche Samsung ha deciso di seguire la mossa di Cupertino.
Senza diramare alcun comunicato stampa ufficiale, i coreani hanno aumentato i prezzi su una vasta gamma di prodotti. Dagli smartphone ai tablet, dalle televisioni alle chiavi Usb, fino addirittura ai gadget audio, agli hard disk e alle schede di memoria. Una pioggia di rincari strettamente legato a quel contributo che produttori e importatori di dispositivi elettronici sono tenuti a versare come indennizzo verso i titolari dei diritti di sfruttamento di opere musicali e video. Per quel che riguarda Samsung, i listini ufficiali saranno aggiornati in agosto adeguando i prezzi dei prodotti coinvolti dal decreto Franceschini. A differenza della Apple, tuttavia, la Samsung non fa vendita diretta e non ha negozi monomarca. I prezzi dei device sono dunque diretti ai commercianti insieme con prezzi "suggeriti" al pubblico.
Per Federconsumatori ed Adusbef è "vergognoso e inaccettabile" che i produttori continuino ad aumentare i prezzi. Da qui l'appello a Francheschini affinché intervenga richiamando i produttori di apparecchiature elettroniche "con provvedimenti e sanzioni". "Il ministro - ricordano le due associazioni - ha detto che i prezzi devono rimanere inalterati e che tutto dev’essere risolto in una redistribuzione dei profitti a scapito dei produttori, che già lucrano abbondantemente sul prezzo di vendita, e a vantaggio degli autori". In realtà, a fronte di un'imposizione del tutto ingiustificata, i rincari erano del tutto prevedibili.
Non ci voleva mica un genio per capire come sarebbe andata a finire. Come qualsiasi tassa, quella che porta il nome di Franceschini è già stata scaricata sui consumatori deprimendo, ancora di più, l’economia. Altro che ripresa.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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