Grecia, l'Europa «snobba» l'Italia

Squinzi: «Ai vertici che contano non ci invitano più». Atene invia il piano a Bruxelles, si cerca l'accordo entro domani

Nella partita a tamburelli tra la Grecia di Alexis Tsipras e l'ex troika si apre uno spiraglio. Atene si è recata al summit di Bruxelles con un nuovo pacchetto di proposte e i creditori stanno intensificando gli sforzi per trovare, prima che le Borse riaprano i battenti domani mattina, la formula che eviti la bancarotta.

È stato però il «chimico» Giorgio Squinzi a ricordare al governo Renzi e agli italiani come vanno le cose nel Vecchio continente. «È demoralizzante vedere che quando fanno i vertici che contano non ci invitano più», ha attaccato il presidente di Confindustria, riferendosi al recente summit tra Angela Merkel e Francois Hollande. Peccato che l'Italia sia uno dei maggiori «contribuenti» del bilancio europeo e, con 40 miliardi, il terzo creditore della Grecia.

Una diarchia, quella franco-tedesca, che Squinzi ritiene «non giusta»: anche perchè, così come è «innegabile» che la Cancelliera parli da «una posizione più forte», è altrettanto «inspiegabile» che Parigi «abbia più voce in capitolo» della Penisola nei consessi internazionali, visti «soprattutto» i suoi conti pubblici.

Proprio la diplomazia internazionale, sta usando l'ultimo pezzo di spago per ricucire con Tsipras: dopo la rottura di giovedì, è tornato al tavolo anche il Fondo monetario. «Se arriviamo ad un accordo sostenibile, anche alla luce di un compromesso difficile, noi ne sopporteremo il peso» perché‚ «il nostro obiettivo è uscire dalla crisi» ma «se l'Europa vuole ancora divisioni e servitù, noi rifiuteremo», ha tuonato il premier greco, ricorrendo alla rodata diplomazia dei muscoli.

Il suo ministro delle Finanze Yanis Varoufakis ha aggiunto che Atene ha chiesto di rimborsare i 27 miliardi di sirtaki bond in pancia alla Bce, tramite uno swap con un nuovo finanziamento trentennale erogato dal Fondo salva stati (Esm) a un tasso dell'1,5%. Nella nuova bozza di proposte, la Grecia avrebbe poi incluso alcune misure fiscali, prima rifiutate, ma si sarebbe fermata ancora a sole due aliquote Iva (6% e 23%) contro i tre scaglioni chiesti dai creditori.

Il primo a voler riportare Tsipras al dialogo è stato Jean Claude Juncker, ma quello in corso è il suo «ultimo tentativo»: l'uscita della Grecia dall'euro avrebbe «conseguenze devastanti» e Tsipras «ne è consapevole», ha detto il presidente della Commissione europea

La Bundesbank ritiene impossibile stimare l'impatto dell'eventuale bancarotta del Paese e la Bce vuole evitare il peggio. «Sarebbe una catastrofe», ha detto Squinzi, secondo cui «il governo si è mosso nella direzione giusta», mentre la lobby delle imprese europea, che fa capo a BusinessEurope, «non riesce a condizionare nulla».

Il divorzio costerebbe «almeno di mille miliardi» all'Europa, ha tuonato Varoufakis, mettendo subito in chiaro che il suo esecutivo non è tuttavia disposto a tagliare le pensioni. Dopo aver accusato, nei giorni scorsi, i creditori internazionali di «sabotaggio», lo stesso Varoufakis si è comunque detto certo che «nessun politico ragionevole» vuole intraprendere la strada della Grexit, Merkel compresa.

Le trattative proseguiranno oggi per sviscerare gli aspetti tecnici e consentire a Tsipras di non rimangiarsi tutte le promesse elettorali.

La lezione greca è comunque servita: il falco tecesco Wolfgang Schaeuble starebbe studiando un nuovo meccanismo capace di gestire, in modo ordinario e senza intaccare l'unione monetaria, l'eventuale crack di uno Stato.

Atene deve restituire 6,7 miliardi alla Bce a luglio-agosto, e 1,6 miliardi al Fmi entro giugno

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