Huawei è tornata a ruggire puntando anche sull'auto

Il fatturato vola grazie agli smartphone che divorano le vendite cinesi di Apple. L'utile balza a 7 miliardi di euro

Huawei è tornata a ruggire puntando anche sull'auto
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Appena due anni fa l'amministratore delegato di Huawei scriveva ai dipendenti che l'azienda cinese stava «lottando per la sopravvivenza». Addirittura Ren Zhengfei si era spinto ad affermare con toni drammatici che «potremmo non arrivare al 2025». Erano i tempi delle difficoltà, dopo che gli Stati Uniti avevano messo il colosso delle telecomunicazioni nella loro lista nera con l'embargo delle esportazioni di chip avanzati, vitali per produrre gli smartphone più evoluti e l'intelligenza artificiale.

Ebbene, è passato relativamente poco tempo, ma Huawei oggi è rifiorita: nei primi sei mesi del 2024, infatti, l'utile netto è salito a 54,9 miliardi di yuan (circa 7 miliardi di euro), superiore del 17,9% rispetto a un anno fa. Il fatturato è balzato del 34%, verso quota 53 miliardi che è il livello di ricavi (in crescita da sei trimestri consecutivi) più alto dal 2020. Ad alimentare questa storia di successo imprenditoriale è stato un ritorno in grande stile sul comparto smartphone - per il quale il marchio Huawei è diventato famoso alle nostre latitudini - dove i telefoni Mate 60 e la serie P hanno ottenuto un grandissimo riscontro sul mercato interno con 22,2 milioni di unità spedite (+55% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso). Il gruppo tecnologico sta divorando la quota di mercato cinese di Apple, che ha visto diminuire del 6,5% le sue vendite nel trimestre fino a giugno. I suoi nuovi cellulari sono tornati a essere competitivi, dopo che un anno fa l'azienda ha presentato un microchip da 7 nanometri nonostante le sanzioni statunitensi.

Ma non è finita qui perchè ad alimentare il momento positivo - soprattutto in prospettiva - c'è anche l'attività nel settore delle soluzioni automobilistiche intelligenti che è rapidamente cresciuto durante il periodo sfruttando il suo vantaggio nella tecnologia di guida autonoma e nei sistemi software per auto. In questo settore Huawei offre componenti e tecnologie per realizzare «auto migliori» ai produttori di veicoli elettrici: non si conoscono esattamente i ricavi, ma secondo alcune stime di media cinesi dovrebbero attestarsi a circa 1,3 miliardi di euro nei primi sei mesi dell'anno (più del totale dei due anni precedenti). Si tratta quindi di un business in grande espansione, che il gruppo con sede a Shenzhen punta a rendere profittevole entro l'anno prossimo e dove ha anche sviluppato dei modelli di auto in partnership con altri grandi marchi dell'auto elettrica cinese: per esempio, lo scorso anno ha lanciato insieme a Cherry la Luxeed S7, la sua prima berlina nata con l'obiettivo ambizioso di sfidare la Model S di Tesla. In precedenza si era dedicata alla creazione di Suv e crossover come lo Aito M7, sempre insieme ad altri partnership industriali. I veicoli - ovviamente dotati dei suoi software - vengono venduti nella sua rete di negozi.

L'unità automobilistica del gruppo è stata scorporata alla fine dello scorso anno e, dopo aver ceduto una decina di giorni fa il 10% ad Avatr Technology - controllato da Changan Automobile - è stata valutata 16 miliardi di dollari. Di certo una buona base per alimentare le ambizioni sempre maggiori nel settore automotive.

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