I controlli del Fisco sul 730: ecco cosa si rischia

L'Agenzia delle entrate indica alcuni dei criteri che saranno seguiti per individuare elementi di incoerenza nelle dichiarazioni

I controlli del Fisco sul 730: ecco cosa si rischia

Tramite il provvedimento inserito nel Protocollo 2021/125708, approvato lo scorso lunedì 24 maggio, l'Agenzia delle entrate ha tracciato le linee guida che dovranno essere seguite per individuare eventuali elementi di incoerenza nelle dichiarazioni dei redditi 730/2021 con esito a rimborso: ad essere controllate con particolare meticolosità saranno quelle contraddistinte da modifiche apportate al modello precompilato in grado di incidere sulla determinazione del reddito o dell'imposta.

Secondo quanto riportato da fiscoetasse.com, verrà considerato elemento di incoerenza: 1)lo scostamento per importi significativi dei dati inseriti nelle certificazioni uniche o nelle dichiarazioni rispetto a quelli risultanti lo scorso anno; 2)il rilevamento di elementi di incoerenza tra i dati inseriti in dichiarazione e quelli comunicati da enti esterni; 3)la eventuale presenza di situazioni di rischio, individuate sulla base di irregolarità verificatesi in anni precedenti.

La stessa Agenzia delle Entrate chiarisce nelle Faq che cosa può accadere: "Nel caso di presentazione della dichiarazione direttamente, ovvero tramite il sostituto d’imposta che presta l’assistenza fiscale, con modifiche rispetto alla dichiarazione precompilata che incidono sulla determinazione del reddito o dell’imposta e che presentano elementi di incoerenza rispetto ai criteri pubblicati con provvedimento dell’Agenzia delle Entrate ovvero determinano un rimborso di importo superiore a 4.000 euro, l’Agenzia delle Entrate può effettuare controlli preventivi, in via automatizzata o mediante verifica della documentazione giustificativa, entro 4 mesi dal termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, ovvero dalla data della trasmissione, se questa è successiva a detto termine".

"Il rimborso che risulta spettante al termine delle operazioni di controllo preventivo", si legge ancora nella nota, "è erogato dall’Agenzia delle Entrate non oltre il sesto mese successivo al termine previsto per la trasmissione della dichiarazione, ovvero dalla data della trasmissione, se questa è successiva a detto termine".

Cosa accade invece nel caso in cui la dichiarazione modificata sia inviata mediante Caf o tramite un professionista?"Il controllo formale", spiega l'Agenzia delle Entrate, "è effettuato nei confronti del CAF o del professionista, anche con riferimento ai dati relativi

agli oneri, forniti da soggetti terzi, indicati nella dichiarazione precompilata. Inoltre", puntualizza l'Ente, "non è effettuato il controllo preventivo per i rimborsi di imposta superiore a 4.000 euro".

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