Aumentano gli iscritti ai fondi pensione, che anche nel 2021 «battono» il rendimento del Tfr, rivalutato del 3,6%. Ma l'adesione va ulteriormente allargata. Nella platea della previdenza complementare sono infatti presenti prevalentemente uomini, di età matura, residenti al Nord: più assenti, invece, le donne e i giovani, proprio le figure più fragili nel mercato del lavoro.
A scattare la fotografia è la relazione annuale della Covip, la Commissione di vigilanza sui fondi pensione presieduta da Mario Padula, a poche ore dalle dichiarazioni di Andrea Orlando. «La Legge Fornero - ha detto il ministro del Lavoro - va cambiata. Bisogna costruire flessibilità in uscita, incidere sui lavori più gravosi tenendo conto dell'usura che diversi lavori determinano e tenere conto del ruolo che le donne sono costrette a affrontare facendosi carico anche del lavoro familiare».
Tornando alla relazione della Covip, il totale degli iscritti ai fondi pensione alla fine dell'anno scorso è di 8,8 milioni, (+3,9%). Le risorse accumulate dalle forme pensionistiche complementari salgono a 213,3 miliardi (+7,8%): un ammontare pari al 12% del Pil. I contributi incassati nell'anno sono circa 17,6 miliardi, che tornano a crescere sui livelli pre-pandemia. I contributi per singolo iscritto sono in media a 2.790 euro nell'arco dell'anno. Ma c'è anche chi non versa: il 27,2% del totale degli iscritti (circa 2,4 milioni) non ha effettuato contribuzioni nel 2021. Oltre un milione di individui non versa contributi da almeno cinque anni. Comunque anche nel 2021 i rendimenti dei fondi pensione superano la rivalutazione del Tfr.
La Covip certifica che, al netto dei costi di gestione e della fiscalità, i fondi negoziali e i aperti hanno avuto in media un rendimento del 4,9% e del 6,4%. Nello stesso periodo, il Tfr si è rivalutato, al netto delle tasse, del 3,6 per cento.
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