Nell'era in cui viviamo c'è un filo rosso che lega incidenti già accaduti a molti, come la sorpresa di trovare un virus nel proprio pc, e qualcosa che al contrario si percepisce come molto distante, come un furto d'identità che porta all'arresto di un innocente a causa di uno scambio di persona. Quel filo è sottile, perennemente in movimento e capace di arrivare ovunque.
È il filo del cyber crimine, la nuova malavita informatica, che agisce nell'oscuro del web e che nell'ombra può arrivare ad assumere una dimensione geopolitica. A mettere a nudo un fenomeno con il quale ciascuno di noi, nei prossimi anni, potrebbe avere a che fare da un momento all'altro, è un manager che questi fenomeni conosce e combatte quotidianamente. E che descrive nero su un bianco, in un libro che è allo stesso tempo una miniera di informazioni e un racconto avvincente: «Cyber e Potere» (Mondadori, 142 pagine, 19 euro, prefazione di Alessandro Giuli). L'autore è Pierguido Iezzi, ex ufficiale di carriera all'Accademia Militare di Modena, dove inizia il suo percorso nel settore della cyber sicurezza. Da sempre coinvolto in attività in ambito ICT, fondatore di diverse startup tra cui Swascan, la prima azienda italiana di cyber security, proprietaria di una piattaforma di Cyber Security Testing e Threat Intelligence, oltre a un centro di eccellenza di Cyber Security Research , Iezzi coniuga un forte retroterra tecnologico a competenza ed esperienza in ambito sicurezza.
Il racconto parte dalla descrizione puntuale ed inedita dei più clamorosi attacchi che i cyber pirati hanno portato ad aziende pubbliche e private, italiane in particolare mettendo così a fuoco il fenomeno dei ransomware: virus che rendono inutilizzabile un sistema informatico e che implicano la richiesta di un riscatto per il ripristino. «A oggi - scrive Iezzi - un ransomware può crittografare 100mila fila in meno di 5 minuti». Causando quindi due tipi di danni: la paralisi aziendale e la sottrazione dei dati. Un fenomeno dilagante soprattutto in Italia, esposta più di altri - come Iezzi documenta - alla cyber pirateria. Ma il punto che Iezzi mette a fuoco nel libro è il salto di qualità del cyber crimine, compiutosi con l'inizio della guerra tra Russia e Ucraina, che ha alzato la posta fino a minacciare il corretto funzionamento delle democrazie occidentali. Il passaggio è dunque quello che porta dal cybercrime alla cyberwar.
Una guerra tra Stati o tra blocchi geopolitici, che si combatte grazie ai dati (aziendali, sanitari, di sicurezza, di ogni tipo) di cui si riesce a entrare in possesso attraverso furti e attacchi di ransomware, portati avanti anche da soggetti apparentemente neutrali. È la nuova guerra fredda, ed già iniziata. Per cui, prima iniziamo a difenderci, meglio è.
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