Ilva, rush finale per rilanciare le offerte: irricevibili le proposte sotto il miliardo

Baku Steel e Jindal i favoriti, in gioco gli americani di Bedrock

Ilva, rush finale per rilanciare le offerte: irricevibili le proposte sotto il miliardo
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Alla mezzanotte di oggi i rilanci per l'ex Ilva dovranno concretizzarsi e al momento la partita è ancora tutta aperta. Su Taranto e la siderurgia italiana restano gli interessi degli azeri di Baku Steel (sostenuta da Azerbaijan Investment Company Ojsc) e degli indiani di Jindal Steel che fino a mercoledì hanno continuato a confrontarsi in call con l'azienda per avere tutti i dettagli possibili a supporto di una eventuale offerta bis.

Meno attivi, ma comunque ancora in gioco, gli americani del fondo Usa Bedrock che avrebbero avuto confronti più con Roma che con il management dell'ex Ilva.

I tre player soni stati chiamati a rivedere al rialzo le proprie offerte che nella prima fase non hanno superato il mezzo miliardo. Ma non è solo una questione strettamente finanziaria, il piano con eventuali esuberi, tempi di produzione, sostenibilità, decarbonizzazione e potenziamento della tecnologia farà la differenza. Si vocifera, comunque che un'eventuale offerta sotto il miliardo sarà considerata irricevibile. E questo anche perché la valutazione fatta dai commissari sull'asset è di 1,5 miliardi di euro. L'ideale sarebbe far coesistere due o più player, ma almeno per indiani e azeri l'intesa e la convivenza paiono difficili. Alla luce delle recenti novità sul possibile accordo tra Usa e Russia in Ucraina gli esperti di settore fanno notare che la ricostruzione a Kiev richiederà ingenti quantità di acciaio, un potenziale mercato a cui guardano con interesse tutti i grandi player, a partire dall'ex azionista Arcelor Mittal. Un fatto che potrebbe rimettere in gioco anche Metinvest, multinazionale ucraino-olandese che opera nei settori minerario e siderurgico, già attiva a Piombino.

Intanto nell'ambito del processo Ambiente Svenduto sul presunto disastro ambientale provocato dall'ex Ilva targata Riva, il numero degli imputati si è ridotto da 47 a 23.

Escono dal processo per prescrizione la stragrande maggioranza dei politici, e restano ancora dentro il processo i due fratelli Riva, l'ex presidente di Regione Nichi Vendola e l'ex direttore Luigi Capogrosso, con alcuni manager.

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