Incentivi auto, si cambia: prima la filiera nazionale

Scontro Urso-Stellantis sull'arrivo della cinese Dongfeng

Incentivi auto, si cambia: prima la filiera nazionale
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Il Tavolo Automotive, convocato ieri dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso (foto), avrebbe sancito pubblicamente la sempre più forte divergenza tra governo e Stellantis. E non è mancato il battibecco, quando si è toccato il tema Cina, tra lo stesso ministro e la delegazione del gruppo (erano presenti Giuseppe Manca, responsabile delle risorse umane per l'Italia, e Daniela Poggio, vicepresidente communication e public affairs). Stellantis ha infatti innalzato un muro sul possibile sbarco in Italia, con il benestare del governo, di un concorrente cinese (Dongfeng). Per tutta risposta, Urso ha ricordato come il gruppo guidato da Carlos Tavares, da una parte si lamenta della strategia di apertura a Pechino da parte del governo, mentre dall'altra si appresta a introdurre direttamente dalla Cina vetture elettriche dopo l'accordo da 1,5 miliardi stretto con Leapmotor. Un controsenso. Soprattutto dai rappresentanti delle Regioni, che ospitano impianti di Stellantis, sono inoltre emersi timori per la mancanza di strategie sui nuovi prodotti e l'occupazione. Urso, in proposito, ha sottolineato come l'obiettivo degli incentivi riguardante l'incremento dei volumi produttivi degli stabilimenti italiani, in particolare della Panda a Pomigliano e della 500 elettrica a Mirafiori, «non sembrerebbe essere stato raggiunto: per quanto il mercato abbia avuto un impulso positivo dall'introduzione dell'ecobonus, non si è verificato quell'incremento atteso di produzione in Italia». Rocco Palombella, leader Uilm, in una nota, sottolinea come dall'incontro, «ne usciamo con una preoccupazione molto evidente: c'è una spaccatura tra Stellantis e governo; e una riunione che poteva essere un bilancio dell'impegno di governo si è trasformato in una grande preoccupazione sul futuro».

Sulla cessione di Comau da parte di Stellantis a un fondo Usa, il ministro ha fatto sapere che «il gruppo ha presentato la notifica, secondo il processo del Golden Power».

Dal lungo vertice romano è arrivata la notizia di una vera rivoluzione in arrivo sugli incentivi automotive. Dal 2025 cambierà, infatti, lo schema con risorse quinquennali di 5,75 miliardi (750 milioni il prossimo anno e 1 miliardo per ciascuno di quelli successivi). La priorità per l'erogazione sarà data al sostegno della filiera nazionale e all'occupazione, rispettando al contempo i principi fondamentali del rinnovo del parco circolante (con incentivi alla rottamazione dei veicoli più vecchi e inquinanti) e del supporto alle famiglie con basso reddito. Inoltre, è allo studio un meccanismo che privilegi le produzioni con un alto contenuto di componentistica europea, garantendo, in questo modo, la sostenibilità dei veicoli e incentivando la domanda di quelli assemblati in Italia o in Europa con componenti realizzate localmente. Sui negoziati con i big cinesi, affinché scelgano l'Italia come base produttiva europea, oltre a Dongfeng, che potrebbe essere prossima a crederci, gli altri sono Chery e Jac. Urso, nella missione a Pechino di inizio luglio, ha incontrato i capi di questi colossi.

«A oggi afferma il ministro - sono stati siglati accordi di riservatezza e memorandum d'intesa con tre Case». È giunta, infine, la conferma dell'anticipazione del Giornale: sono in atto ricognizioni con le Regioni per individuare siti dismessi allo scopo di favorire gli investimenti di Pechino in Italia.

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