Intel fuori dal gotha dei chip. Le banche cercano soluzioni

Morgan Stanley e Goldman Sachs al lavoro studiano la scissione della divisione Foundry. E il titolo risale del 9%

Intel fuori dal gotha dei chip. Le banche cercano soluzioni
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L'innovazione corre veloce e chi si ferma è perduto. Intel lo sa bene e il tracollo in Borsa di inizio agosto è stato solo l'ultimo di una serie di indizi della crisi che ha inghiottito l'ex re dei chip. A lungo leader incontrastata nella produzione dei microprocessori per computer, Intel ha perso ampie quote di mercato rispetto alla rivale Amd; contestualmente si è mostrata poco reattiva ad affrontare la rivoluzione legata all'intelligenza artificiale che ha comportato un ampio spostamento del settore dei semiconduttori dalle Cpu (il componente hardware più importante dei pc) alle unità di elaborazione grafica (Gpu).

Da inizio anno il titolo del gruppo di Santa Clara ha dilapidato fino al 60% del proprio valore uscendo dal gotha delle dieci maggiori società di semiconduttori al mondo. Oggi vale un trentacinquesimo del nuovo fenomeno globale Nvidia, quando solo tre anni fa, nel 2021, aveva un fatturato tre volte superiore. Costi troppo alti e margini troppo bassi hanno obbligato il ceo Pat Gelsinger ad attivare un doloroso piano di ristrutturazione che prevede il taglio del 15% della forza lavoro e la sospensione del dividendo. Un piano lacrime e sangue che potrebbe non bastare. Tanto che, stando agli ultimi rumor, le banche d'affari Morgan Stanley e Goldman Sachs sarebbero al lavoro per aiutare il gruppo a superare il periodo più difficile dei suoi 56 anni di storia. La prima mossa suggerita è la scissione della neonata divisione Intel Foundry, un business che nel 2023 ha avuto perdite per 7 miliardi e dove Intel è rimasta indietro rispetto al colosso taiwanese Tsmc. Le altre opzioni sul tavolo sarebbero l'abbandono di alcuni dei progetti o possibili operazioni di M&A. Il titolo ha reagito bene segnando un balzo fino a +9% allontanandosi dai minimi a oltre dieci anni.

Per il futuro una sfida cruciale è quella di ritagliarsi spazio nell'eldorado dell'intelligenza artificiale, offrendo unità di elaborazione grafica a prezzi più competitivi rispetto a quelle di Nvidia.

Per quest'anno la stima è di circa 4 miliardi di dollari di vendite di chip AI, numeri lontani anni luce rispetto ai 30 miliardi riportati da Nvidia in un singolo trimestre. Intel nel 2017 perse il treno giusto dell'AI tentennando, per poi tirarsi indietro, davanti alla possibilità di rilevare per un miliardo il 15% in OpenAI, la madre di ChatGpt. Che oggi è valutata oltre 100 miliardi.

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