Ipotesi di razionamento del diesel: cosa può accadere

Prossimamente si potrebbe andare incontro a un razionamento del diesel se la Russia taglierà le sue esportazioni con l'Europa del 15%: ecco cosa può accadere

Ipotesi di razionamento del diesel: cosa può accadere

La buona notizia è il taglio di 25 cent sui carburanti a partire da mercoledì 23 marzo, quella cattiva è che una parte degli automobilisti potrebbe incontrare difficoltà con il diesel. La notizia poco rassicurante la scrive in prima pagina il Financial Times, spiegando che i mercati internazionali dovranno affrontare una stretta sul diesel con l'Europa più suscettibile a una scarsità "sistemica" che potrebbe comportare il razionamento della benzina come hanno fatto sapere i principali commercianti.

Le conseguenze del conflitto

Il capo di una delle più grandi case di acquisto e vendita merci e il più importante commerciante "imparziale" di petrolio hanno stimato che fino a tre milioni di barili di petrolio al giorno potrebbero essere tagliati dalla Russia a causa delle sanzioni occidentali in seguito all'invasione di Putin in Ucraina. L'allarme è stato lanciato dai leader delle aziende durante una riunione al FT Commodities International Summit a Losanna, in Svizzera. "Il fattore in cui tutti sono coinvolti può essere il diesel. L'Europa importa circa la metà del suo diesel dalla Russia e l'altra metà dal Medio Oriente", ha affermato Russell Hardy, capo della società olandese di petrolio Vitol, con sede in Svizzera. "Quella carenza sistemica di diesel c'è". Queste importazioni implicano che le forniture russe rappresentano circa il 15% del consumo di diesel in Europa.

Hardy ha affermato che il maggior consumo del diesel rispetto alla benzina, in Europa ha contribuito a creare carenze del "super senza piombo", aggiungendo che le raffinerie potrebbero aumentare la loro produzione di diesel ma con l'alto prezzo di costi maggiori a carico di diverse merci derivate dal petrolio per sostenere la fornitura. Da qui, la possibilità che si arrivi a un razionamento non è esclusa.

"Svantaggio mondiale"

Torbjorn Tornqvist, co-fondatore e presidente del Gunvor Group, con sede a Ginevra, ha aggiunto: "Il diesel non è solo uno svantaggio europeom è uno svantaggio mondiale. Lo è davvero". Tornqvist ha anche affermato che i mercati europei dei combustibili non stanno funzionando correttamente perché i commercianti hanno dovuto far fronte a enormi richieste di denaro da parte delle banche per coprire posizioni di copertura. Se è vero che la Commissione Europea, per adesso, non ha messo un veto all'import dei combustibili russi, nelle ultime settimane sono comunque dimiuiti gli ingressi da Mosca. Come si legge sul Corriere, tra i gruppi europei che hanno tagliato gli acquisti in Russia compaiono Eni, Shell, Bp, Total Energies, Repsol e Galp per citarne alcuni.

Per queste ragioni, le scorte di petrolio e diesel sono crollate ovunque e si trovano ai minimi stagionali da 15 anni a questa parte. In questo contesto, i raffinatori di petrolio saranno costretti a ridurre drasticamente la loro produzione del diesel con un effetto domino, devastante, in gran parte d'Europa Italia compresa.

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