Gli assegni delle pensioni potrebbero subire dei ritocchi. Il nodo previdenziale è il terreno di battaglia più duro che dovrà affrontare il governo. Chiariamoci subito: la manifestazione di sabato con cui migliaia di pensionati hanno protestato contro gli aumenti da fame previsti dall'esecutivo con lo sblocco delle rivalutazioni fino agli importi da 2000 euro lordi è il simbolo di un malcontento che si protrae da tempo.
Il blocco sull'adeguamento degli assegni al costo della vita di fatto ha ridotto e di tanto il potere di acquisto dei pensionati. Da qui l'esigenza di un ritocco che l'esecutivo giallorosso potrebbe inserire in manovra. Ma con la bozza proposta dal governo l'aumento previsto ammonterebbe a circa 50 centesimi o 3 euro. Vere e proprie briciole. L'esecutivo ha proposto una rivalutazione al 100 per cento per gli assegni fino a 4 volte il minimo. Ovvero per tutti gli assegni che arrivano a quota 2000 euro lordi. Per questi infatti è prevista, al momento una rivalutazione fino al 97 per cento. Con l'adeguamento al 100 per cento comunque l'aumento resta davvero minimo. Detto questo, va sottolineata un'altra strada che si potrebbe aprire nel governo che riguarda gli assegni tra 4 e 5 volte il minimo. Stiamo parlando degli assegni fino a 2500 euro. Questi trattamenti previdenziali sono rivalutati al 77 per cento e con un adeguamento pieno al costo della vita allora gli assegni potrebbero lievitare e non di poco. Si tratterebbe di un 23 per cento in più sulla soglia della rivalutazione. Un passo in avanti che però comunque terrebbe calmierate le altre fasce di rivalutazione. Al momento la situazione è questa: per le pensioni superiori a 3 volte il minimo e inferiori a 4 la rivalutazione sarà del 97%, del 77% per gli importi tra 4 e 5 volte il minimo, del 52% tra 5 volte e 6 volte il minimo, del 47% oltre 6 volte, del 45 oltre 8 volte e solo del 40% oltre 9 volte il minimo. Diverse associazioni di categoria e diversi studi legali hanno già portato avanti in questi anni dei ricorsi per ribaltare questo scippo di Stato e recuperare il maltolto. Non è da escludere che una delle ultime ordinanze della Corte dei Conti del Friuli Venezia Giulia che definisce "discriminatori" questi tagli possa avere conseguenze dirette sugli assegni. Bisogna capire quale sarà lo scenario che intende seguire l'esecutivo. Il pressing dei pensionati comincia a farsi sentire ed è una fetta di elettorato che può spostare gli equilibri sia nelle consultazioni locali (ad esempio il voto in Emilia Romagna) che in quelle nazionali. Una dato da non sottovalutare anche in vista della possibile caduta dell'esecutivo per gli scossoni delle Regionali.
La partita dunque è aperta, ma una cosa è certa: gli assegni molto probabilmente nel 2020 cambieranno. Bisogna capire se il governo darà una elemosina o penserà (finalmente) di riconoscere i diritti sacrosanti di milioni di pensionati.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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