Una brusca frenata e un allarme per il futuro. L'Istat rivede al ribasso le previsioni di crescita del prodotto interno lordo italiano. Secondo le stime dello scorso anno, nel 2018 il pil sarebbe dovuto crescere dell'1,4%. Invece le nuove cifre valutano una crescita per quest'anno dell'1,1%. E lo scenario potrebbe essere ulteriormente rivisto al ribasso, addirittura fino a uno 0,7% in meno delle stime attuali. I fattori di rischio sono "una più moderata evoluzione del commercio internazionale, un aumento del livello di incertezza degli operatori e le decisioni di politica monetaria della Banca Centrale Europea".
L'Istituto nazionale di statistica ha diffuso oggi le "Prospettive per l'economia italiana nel 2018-2019". Dopo la frenata del 2018, il pil dovrebbe tornare ad aumentare nel 2019 con una crescita dell'1,3%. A trainare questa ripresa sarà la domanda interna stimolata da alcune misure contenute nella manovra, tra cui "quelle di contrasto alla povertà e l'impulso agli investimenti pubblici". In particolare il reddito di cittadinanza, secondo l'Istat, potrebbe rilanciare i consumi fino a un impatto sul pil del + 0,2/0,3%, mentre la domanda estera netta nel prossimo anno non dovrebbe fornire alcun contributo alla crescita.
Il grande allarme riguarda però lo spread. Scrive l'Istat: "In un momento di crisi finanziaria, l'aumento dello spread può facilmente riverberarsi sulle condizioni di credito traducendosi in un aumento dell'1% del tassi". Tradotto: prestiti più cari: "Una tale condizione" si legge ancora nelle Previsioni, "avrebbe un impatto immediato e diretto sugli investimenti, frenando le intenzioni delle imprese e riducendo la relativa spesa". È questa ipotesi che potrebbe dare una mazzata al pil: "Se si verificasse un aumento dei tassi di interesse pari a 100 punti base", conclude l'Istituto, "questa situazione potrebbe determinare un peggioramento del Pil dello 0,7% rispetto allo scenario base" (come detto, +1,1% nel 2018 e +1,3% nel 2019).
Sul fronte del mercato del lavoro, le note sono positive: il tasso di occupati cresce del +0,9% nel 2018 e aumenterà allo stesso ritmo anche nel 2019. E cala la disoccupazione: dall'11,2/ del 2017 al 10,5% del 2018, fino a una previsione del 10,2% a fine 2019.
Crescono gli investimenti totali: +3,9% nel 2018, ma solo +3,2 nel 2019.
I consumi delle famiglie invece vanno in saliscendi: quest'anno c'è stata una riduzione nella crescita, dal +1,4% del 2017 allo 0,9% del 2018. Mentre nel 2019 cresceranno nuovamente fino al +1,2%. Stabile l'inflazione: resta un +1,1% nel 2018, i prezzi saliranno del +1,3% nel 2019.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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