Nonostante il grande impegno profuso dal ministro Giorgetti per provare a convincere la Commissione Ue a dare via libera alle nozze Lufthansa-Ita, la scadenza del 13 giugno potrebbe non rappresentare l'agognato traguardo. Anzi, il pessimismo resta prevalente, principalmente a causa di una visione straordinariamente miope della Commissione sulla concorrenza e sul ruolo dei campioni europei nella sfida globale.
Anche Lufthansa ci ha però messo del suo, pasticciando con una singolare proposta sui voli intercontinentali e resistendo su alcuni tagli richiesti che, va detto a discolpa del vettore tedesco, avrebbero inciso sulla carne viva dei bilanci: dunque, dal suo punto di vista bene ha fatto a resistere. Peccato che nell'intento di soddisfare gli appetiti sconsiderati dell'Antitrust Ue abbia deciso di sacrificare il patrimonio di slot (lo spazio-tempo consentito a un aereo per decollo e atterraggio) concessi a Ita, concentrando sull'aeroporto di Linate i tagli che si suppone potrebbero saziare Bruxelles per il via libera alle nozze. Sicché a pagare il prezzo di questa unione sarebbero soprattutto i milanesi, visto che almeno una trentina (i 22 ipotizzati non basteranno) sarebbero gli slot di Linate offerti in sacrificio. Armando Brunini, ceo della società che gestisce l'aeroporto milanese, sostiene che poiché Linate ha un numero di voli relativamente limitati, qualsiasi cosa accada l'impatto non sarà grandissimo.
Probabilmente ha ragione quanto al bilancio Sea, ma di sicuro la privazione qualche effetto negativo l'avrà sulla qualità del servizio offerto agli utenti. Altrimenti sarebbe incomprensibile tanta resistenza da parte dei tedeschi a cedere i loro slot.