La scorsa settimana è iniziato ufficialmente l'iter dell'addio del Regno Unito all'Unione Europea, che potrebbe favorire una trasmigrazione verso i nostri lidi di centinaia di miliardi di euro. Basti pensare che le stanze di compensazione finanziaria della City - per intenderci quei luoghi alla "The Wolf of Wall Street" dove ogni anno avvengono transazioni in euro da miliardi di euro - non risultano essere così ospitali come un tempo, dato che per tali operazioni vige l'obbligo della residenza all'interno dell'Unione Europea.
Banche estere sul suolo britannico, fondi di investimento internazionali, grandi studi tributari e legali stanno ponderando - proprio come ogni buona famiglia - la scelta migliore sulla nuova residenza europea dove far affluire capitali e indotti connessi: una grande occasione anche per l'Italia, che la scorsa settimana con una doppia delegazione ha incontrato nella sede londinese di Bloomberg la crème de la crème della finanza.
Da una parte Maroni e Sala, assieme ai ministri Padoan e Alfano, hanno spinto la candidatura di Milano come nuova sede dell'Ema (European Medicines Agency). Dall'altra i tecnici di Mef e Agenzia delle Entrate hanno spiegato gli ultimi provvedimenti economici e fiscali del Governo italiano attrattivi per gli investitori "in fuga".
Oltre alla flat tax per i Paperoni, si è parlato anche di altri incentivi fiscali, rivolti al mondo universitario e professionale e pensati dal Governo con l'obiettivo di attrarre capitale umano e competenze in Italia.
Infatti, per i professori universitari e i ricercatori che abbiano insegnato o effettuato attività di ricerca all'estero in università pubbliche o private per almeno due anni consecutivi, sono previste - in caso di trasferimento in Italia - l' esenzione Irpef del 90% per il primo anno di residenza fiscale, e per i successivi tre a condizione del mantenimento della stessa in Italia e l'esenzione totale dell'Irap.
Misure benevole dal punto fiscale riguardano anche manager e professionisti residenti all'estero negli ultimi cinque anni, che decidano di trasferirsi in Italia e di rimanerci almeno per due anni consecutivi: per loro l'esenzione Irpef è al 50% per cinque anni.
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