Sfiducia: sembra questo il sentimento prevalente fra i giovani italiani senza lavoro, secondo i dati appena pubblicati dalla Commissione Europea.
Dai dati del rapporto annuale sull'occupazione e gli sviluppi sociali nel territorio dei Ventotto emerge che il nostro è il Paese con la più alta percentuale di giovani fra i 15 e i 24 anni che non solo non hanno lavoro ma che nemmeno lo cercano più. I cosiddetti Neet, che rappresentano il 19.9% del totale. Una cifra inquietante, se si considera che la media Ue è dell'11,5%.
I giovani italiani devono confrontarsi con un mercato del lavoro fra i più ostici del Vecchio Continente, se si considera che la disoccupazione giovanile, attestata al 37,8% è sì in calo rispetto al 40,8% del 2015 ma resta comunque la terza più alta dell'Ue dopo la Spagna (44,4%) e la Grecia (47.3%). Nel Belpaese, gli under 30 guadagnano in media meno del 60% dello stipendio percepito da un lavoratore ultrasessantenne e nel 15% dei casi è costretto a lavorare con contratti atipici. Non sorprende, quindi, che nel Belpaese l'età media in cui si esce di casa per metter su famiglia si attesti fra i 31 e i 32 anni, quando la media europea è di 26 anni.
Povertà assoluta in aumento
Colpisce, invece, scoprire la percentuale di popolazione considerata in condizione di povertà estrema: l'11,9% del totale. Un dato, quest'ultimo che dal 2015 al 2016 è aumentato, facendo dell'Italia l'unico Paese, insieme all'Estonia e alla Romania, in cui questo indicatore è cresciuto nel periodo di tempo preso in esame.
Si tratta di numeri che, almeno parzialmente, confermano quelli diffusi dall'Istat la scorsa settimana: almeno 5 milioni di persone vivono in povertà assoluta, con un drammatico aumento nella percentuale dei bambini poveri. Che sono ormai il 12,5% del totale.
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