Gli italiani amano il mattone. Ma poi pochi si assicurano

Resta diffuso il desiderio di vivere in una dimora di proprietà. Le nuove fonti di rischio per la famiglia

La casa come focolare per la famiglia, cassaforte per i risparmi di una o più generazioni, baluardo dove custodire i propri averi e aspirazione ultima per chiunque vada a vivere da solo. Ben otto famiglie su dieci, secondo i recenti dati di Ania, hanno una casa in proprietà, ma solo una minima parte di questi hanno una copertura assicurativa.

«Il legame con la casa nei Paesi latini, a iniziare dall'Italia, è molto solido ed è legato a doppio filo con l'idea stessa di famiglia. Qui si cena in casa, in famiglia, riuniti a un'ora precisa allo stesso tavolo. Altrove, soprattutto nei Paesi del Nord Europa ci si riunisce per le feste» commenta Francesco Minelli (nella foto), direttore marketing di Cattolica Assicurazioni che poi aggiunge: «Addirittura nonostante i megatrend internazionali parlino di una affermazione del semplice utilizzo per il tempo necessario di prodotti e servizi in condivisione senza necessità di averne la proprietà, immobili compresi, in Italia si continua a rincorrere il mito della casa di proprietà».

Ma, nonostante la presenza di questo scrigno di valori racchiusi nelle quattro mura di casa, sono davvero pochi gli italiani che assicurano la propria dimora dai rischi tradizionali e dai numerosi rischi emergenti. Sempre secondo lo studio di Ania, soltanto il 46% delle abitazioni ha una polizza assicurativa contro l'incendio e comunque per quasi un caso su cinque, si tratta di coperture sottoscritte in quanto collegate al mutuo. Insomma, talvolta ci si assicura ma non per scelta completamente volontaria e consapevole.

Non solo le case protette dai rischi derivanti da calamità naturali superano di poco il 3% di quelle presenti sul territorio, mentre ben il 75% degli immobili residenziali è esposto a un simile rischio. Al di là dei cambiamenti climatici, che stanno rendendo frequenti sulla Penisola fenomeni meteo violenti e dannosi, anche l'ambito famigliare sempre più allargato agli animali da compagnia sta facendo emergere nuovi fronti di rischio sul fronte della responsabilità civile e nuove esigenze di cura. Infine, oggi per accedere illegalmente ai valori pecuniari custoditi dalle quattro mura di casa, il grimaldello potrebbe perfino essere considerato un mezzo anacronistico. I pirati informatici in teoria possono reperire informazioni d'oro: documenti, dati bancari e informazioni relative alle carte di credito. E, anche in questo caso, la percezione del rischio non sempre è stimata in modo adeguato.

«Gli italiani hanno finora preferito mantenere liquida una quota dei loro risparmi per poter far fronte agli imprevisti al posto che verificare la possibilità di sottoscrivere apposite assicurazioni a copertura dei diversi rischi incombenti», sostiene Minelli secondo cui: «Qualora simili imprevisti dovessero occorrere, la liquidità presente sui conti correnti per far fronte alle eventualità del destino potrebbe non essere sufficiente a gestirli». Il fatto è, come ricorda il manager, che «un po' per scaramanzia, un po' nella convinzione che gli eventi dannosi tocchino sempre a qualcun altro e molto anche a causa della scarsa chiarezza con cui finora sono state proposte le polizze, gli italiani sono tra i popoli più sotto assicurati in Europa».

«Per superare il problema della sottoassicurazione è necessario far crescere una cultura della protezione e della prevenzione e offrire prodotti trasparenti», conclude Minelli che ricorda come Cattolica Assicurazioni, proprio per rispondere alle linee guida dell'Ivass (Istituto di vigilanza delle assicurazioni) si è impegnata in Active Casa&Persona a descrivere con un linguaggio semplice e in modo trasparente le coperture previste.

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