Il governo continua a dire che a gennaio del 2016 non scatteranno quei due punti percentuali di aumento dell'Iva che pendono come una spada di Damocle sulla testa dei consumatori italiani. L'aumento era stato inserito come clausola di salvaguardia nelle scorse leggi di stabilità e Renzi ha sempre promesso che sarebbe riuscito a non farle scattare.
Il problema è che i 16 miliardi che servirebbero per scongiurare la stangata non ci sono. Ieri intervenendo in Parlamento, il viceministro dell'Economia Morando ha assicurato che il governo intende "neutralizzare totalmente per il 2016 le clausole di salvaguardia". Il problema però sarà nel 2017. Quando serviranno 26,2 miliardi per scongiurare l'aumento dell'Iva di un altro 1%.
Così, mentre i tecnici sono al lavoro per scrivere la Legge di Stabilità, le ipotesi messe in campo sembrano - al solito del governo renziano - un rinvio ulteriore, per togliersi il dente senza curare la carie. Che puntualmente si ripèresenterà l'anno prossimo, quando tutto tornerà d'attualità. L'idea, infatti, è quella di coprire i 26 miliardi dell'anno prossimo (29 nel 2018) con l'aumento dell'Iva del 3%, sommando i due punti "neutralizzati" quest'anno e il punto percentuale già previsto per il 2017.
In pratica il problema non verrebbe risolto, ma solo spostato. E soprattutto reso enormemente più grande.
Come scrive il Messaggero, inoltre, solo cominciando a lavorare sin da subito per coprire questa sorta di super-clausola si può sperare di provare a risolverla. Eventualità che sembra praticamente impossibile, visto che già quest'anno è stato difficile raccimolare 16 miliardi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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