Un'altra beffa nel Jobs Act di Matteo Renzi. A farne le spese saranno i neoassunti che di fatto perderanno una fetta consistente della pensione. Lavoro subito, a patto che il lavoratore accetti una pensione più bassa. A rivelare il piano del governo è Tommaso Nannicini, consulente del premier che a Repubblica raccomta le nuove misure che il governo intende attuare. Di fatto le aziende saranno incentivate ad assumere i precari. Ma scatterà un taglio al cuneo contributivo di sei punti. Tre saranno a carico del lavoratore e gli altri tre a carico del datore di lavoro. Il taglio sarebbe permanente, e chi lavora avrebbe diritto duqnue a pensioni ben più basse. Il lavoratore avrebbe davanti a sè due strade: la prima prevede il deposito dei tre punti in un fondo pensione integrativo, oppure potrebbe lasciarli in busta paga ma sarebbero tassati. Per il datore di lavoro, il taglio dei punti prevede una decurtazione dell'assegno pensionistico.
Secondo la Uil il piano varrebbe sei miliardi di euro in tre anni. Le aziende che assumono entro il prossimo 31 dicembre pagano, in questo momento, zero contributi previdenziali per tre anni (con un tetto annuo di 8.060 euro ad assunto), ma questi contributi sono colmati all' Inps dallo Stato (senza nessuna conseguenza sulle pensioni, quindi). Con questa recente proposta invece a pagare è il lavoratore che si ritrova con una pensione di gran lunga inferiore. Ma le brutte notizie per il dipendente non finiscono qui. Se il dipendente trattiene il bonus in busta paga, questo viene tassato.
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