Il risiko del lusso mette le ali in Borsa ai piumini di Moncler che potrebbero finire nella rete di Kering, il colosso francese proprietario anche di Gucci. Il titolo si è impennato ieri all'apertura delle contrattazioni con un balzo dell'11% dopo i rumors diffusi dall'agenzia Bloomberg di contatti con il polo del lusso capitanato da François-Henri Pinault. Voci confermate in tarda mattinata dal numero uno e azionista di riferimento di Moncler, Remo Ruffini, precisando che «periodicamente intrattiene contatti e interloquisce con investitori e altri operatori del settore, tra cui il gruppo Kering, su potenziali opportunità strategiche», ma allo stato, non vi è «alcuna ipotesi concreta allo studio"» Le dichiarazioni di Ruffini hanno rallentato la corsa che si è comunque conclusa con un +6,5% a 41,3 euro.
Se il negoziato si concretizzasse con un'acquisizione, per Moncler sarebbe un ritorno a casa. L'azienda venne infatti fondata nel 1952 a Monestier-de-Clermont (da cui il nome), vicino a Grenoble, da André Vincent e da René Ramillon, artigiano di attrezzature da montagna. Diventò pop negli anni Ottanta, quando i piumini colorati divennero l'oggetto di culto dei paninari. Ma è stata trasformata dall'imprenditore comasco Ruffini, che la comprò dalla Finpart nel 2003, quando il marchio si trovava in un momento di difficoltà per la concorrenza di marchi di lusso come Prada e Gucci e di aziende sportive come North Face.
Poi parte il rilancio e Ruffini fa tornare grande il brand. La svolta arriva con la quotazione in Borsa nel dicembre del 2013. Quel giorno le azioni partono da 10,2 euro e chiudono a 14,97 euro. Moncler, inizialmente valutata 2,5 miliardi, dopo un pomeriggio ne valeva 3,7. Oggi la capitalizzazione supera i 10 miliardi e l'azienda ha chiuso il 2018 con un fatturato di 1,42 miliardi (+22% rispetto al 2017) e un utile netto di 332,4 milioni (+33%). Il primo azionista della società è lo stesso Ruffini con il 22,5% seguito da Blackrock, Morgan Stanley e Invesco con una quota di circa il 3% ciascuno.
Il mercato si interroga ora sulle prossime mosse di Ruffini e sul possibile prezzo della cessione guardando anche ai multipli del recente acquisto di Tiffany da parte di Lvmh. «Moncler è leader nella propria nicchia di mercato, con un management di qualità e una redditività al top del settore», commentano gli analisti di Equita.
Ritenendo quindi «opportuno mantenere la guida creativa e strategica di Ruffini» che potrebbe considerare l'offerta, rimanendo con una quota di minoranza. I broker fanno anche i primi conti sul prezzo: «Alla luce dei multipli di fusioni e acquisizioni storiche nel settore, ci sembrerebbe ragionevole un premio del 30% sui prezzi attuali, circa 50 euro per azione».
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