La dichiarazione dei redditi precompilata è ormai ai nastri di partenza. Ma la nuova misura rischia di diventare una corsa ad ostacoli. L’allarme lo hanno lanciato ieri i Caf. I quali, attraverso il coordinatore della consulta dei centri di assistenza fiscale, Valeriano Canepari, ha definito "incostituzionale ed ad alto rischio di frode" la nuova norma prevista dal decreto sulla semplificazione messa a punto dal governo che attribuisce maggiori responsabilità ai Caf per gli errori nelle dichiarazioni dei redditi. "Evidenziamo profili di incostituzionalità elevati e si potranno generare comportamenti fraudolenti da parte dei contribuenti e dei dipendenti dei Caf", ha avvertito Canepari. "La riforma - avverte in un'intervista al Messaggero - sposta sui centri di assistenza, che devono dare il visto di conformità, l’intera responsabilità legale in riferimento al contenuto delle dichiarazioni. E questo vuol dire che, eventualmente, il Caf dovrà accollarsi per intero il peso di imposte in più da versare, sanzioni ed interessi collegati ad un 730 sbagliato o fraudolento". Inoltre, le verifiche sulla documentazione presentata avverranno dopo tre anni dalla compilazione della dichiarazione e a quel punto "sarà molto difficile dimostrare che si sia trattato di un errore o di un comportamento fraudolento".
Gli effetti negativi sull’operazione sono elevati in quanto "sarà inevitabile che in molti casi controversi i Caf rifiuteranno di apporre il proprio timbro sulle dichiarazioni".
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