L'asse Renault-Geely regala ai cinesi il know how sui motori

Il colosso asiatico punta a rafforzarsi nelle tecnologie ibride. Il precedente con Volvo

L'asse Renault-Geely regala ai cinesi il know how sui motori

Anche Renault, dunque, spalanca le porte dell'Europa, ma soprattutto la cassaforte del suo know how nei motori termici, ai cinesi, operazione che l'ad Luca De Meo ha svelato nel recente «Capital markets day». Il partner in questione è il colosso Geely con il quale il gruppo francese, al cui interno lo Stato detiene il 15%, intende unire le sue attività tecnologiche, produttive e di ricerca e sviluppo per i veicoli ibridi e a combustione interna. La nuova entità lungo l'asse Parigi-Pechino, battezzata «Horse», impiegherà 19mila persone tra Europa, Cina e America Latina. Parallelamente, De Meo ha dato vita ad «Ampere», nuova filiale da 10mila dipendenti in Francia che avrà l'obiettivo di sviluppare veicoli elettrici e che verrà introdotta in Borsa, secondo Le Figaro-Economie, già nel 2023 con una capitalizzazione stimata in 10 miliardi. Di fatto, la «Renaulution» di Renault vedrà un gruppo più elettrico, più orientale e più indirizzato a software ed economia circolare.

La joint venture paritaria con i francesi consente intanto a Geely di portare avanti con ancora più determinazione, in Europa, una sorta di manovra a tenaglia. I cinesi sono infatti proprietari di Volvo e Lotus, nonché azionisti di peso in Mercedes-Benz e Aston Martin. L'accordo con Renault, inoltre, ricorda quello che ha consentito a Geely e Volvo di creare «Aurobay» per lo sviluppo di gruppi motopropulsori completi: motore a combustione, trasmissione e soluzioni ibride di prossima generazione. In questo caso, però, Geely avrà il 100% della società, visto che gli svedesi puntano a diventare un marchio totalmente elettrico entro il 2030. È chiaro che dai cinesi, storicamente carenti nelle tecnologie legate ai motori endotermici, c'è la volontà di crescere anche in questo ambito dove l'industria europea eccelle, approfittando della volontà della Commissione Ue di passare alle sole alimentazioni elettriche, «uccidendo» di fatto un suo fiore all'occhiello. «Solo l'Europa - commenta il manager automotive Andrea Taschini - passerà al full electric dal 2035 per decreto legge: tutti gli altri Paesi del mondo non hanno legiferato in tal senso, inclusa la Cina, e difficilmente lo faranno. Pechino intravede così la grossa opportunità di impadronirsi delle tecnologie da cui era stata esclusa per decenni e, quindi, sta facendo shopping a mani basse nel Vecchio continente per poi fornire quell'85% del mondo che continuerà a utilizzare il motore endotermico. Che sia la conseguenza di un tacito accordo di Bruxelles per cedere l'intero settore europeo dell'auto ai cinesi?». Uno studio di PwC rileva come, nei prossimi tre anni, i veicoli cinesi che saranno venduti in Europa saranno 800mila, di cui almeno 330mila in arrivo dalle fabbriche dei nostri costruttori sotto La Muraglia.

Da parte sua, «Horse» (Renault-Geely) intende diventare un fornitore leader di soluzioni di propulsione di alta qualità, a basse

emissioni ed efficienti in termini di costi, e ha messo in conto di presidiare l'80% del mercato globale dei motori endotermici, oltre a fornire i marchi del gruppo francese e delle alleate giapponesi Nissan e Mitsubishi.

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