Leonardo, il fattore Nato brucia le tappe del piano

Cingolani: "Potremmo alzare gli obiettivi. Allo studio un'alleanza europea tra Thales e Airbus per lo spazio"

Leonardo, il fattore Nato brucia le tappe del piano
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Grandi alleanze europee, acquisizioni e una montagna di commesse Nato in arrivo. L'amministratore delegato e direttore generale di Leonardo, Roberto Cingolani, traccia un piano ambizioso alla presentazione del Piano industriale 2024-2028 del gruppo della Difesa avvenuta ieri a Montecitorio. A tal punto, da non escludere una revisione al rialzo degli obiettivi: «Se i mercati a un certo punto crescessero, anche non solo quello della difesa - ha dichiarato il manager - noi potremmo rivedere le posizioni. Però già adesso abbiamo un Piano che, dovendo raddoppiare i numeri principali, è molto ambizioso quindi cerchiamo di portare a casa quello».

I pilastri della strategia aziendale puntano molto sulla collaborazione con i grandi partner europei. Per esempio, è recente l'intesa con la tedesca Rheinmetall per la produzione di carri armati. «Siamo fortemente attivi sulla catalizzazione di grandi alleanze europee», ha detto Cingolani nel suo intervento alla Camera dei deputati, rivelando l'esistenza di un nuovo progetto: «Stiamo lavorando molto con Thales e Airbus per nuove visioni strategiche nello spazio». La dichiarazione arriva a rimorchio delle indiscrezioni di questi giorni riportati dal giornale francese La Tribune su una alleanza allo studio tra Thales (Leonardo è alleata di Thales attraverso le joint venture Telespazio e Thales Alenia Space) e Airbus sulle attività spaziali. «Stiamo lavorando con loro su una visione europea - ha aggiunto Cingolani - la competizione è mondiale e noi come europei dobbiamo farci forza».

Tornando però alla partnership per lo sviluppo dei tank, Cingolani è apparso molto fiducioso circa l'inizio della collaborazione: «Quello che mi dà fiducia nella alleanza con Rheinmetall è che i team tecnici stanno già facendo la lista di chi fa cosa e l'obiettivo è di 50-50 fin dall'inizio» ha detto l'ex ministro della transizione ecologica in merito alle trattative con Rheinmetall per definire nel dettaglio la produzione del nuovo carro per le Forze armate italiane sulla base del Panther sviluppato dal gruppo tedesco. Leonardo e Rheinmetall, infatti, hanno siglato poche settimane fa un memorandum of understanding per arrivare a creare una joint venture finalizzata a questo progetto dopo che si erano interrotti i rapporti tra il gruppo italiano e Knds. Con Rheinmetall, ha proseguito Cingolani, le aspettative sono «solidamente concrete» per due motivi: «Con Knds abbiamo trattato sei mesi ma non si è mossa dalla sua posizione di vendere il carro armato che già fa senza fare cambiamenti e innovazioni». Diversa è l'impostazione con Rheinmetall: «loro fanno chassis, motore e trasmissione, noi elettronica e torretta».

Intanto, sul versante cybersecurity il gruppo italiano prevede di fare shopping: «Intendiamo comprare delle piccole aziende con cervelli».

Infine, evitato lo stop di quattro mesi allo stabilimento di Grottaglie, in Puglia: «Stiamo lavorando a un piano che è mirato a differenziare il più possibile le produzioni e le tecnologie che facciamo, perché è ovvio che se abbiamo un solo fornitore, per di più su un solo aereo, appena c'è un problema, e questo è il caso, lo stabilimento si trova in difficoltà».

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