L'inflazione americana rallenta la sua galoppata e scende ai minimi dal marzo del 2021. I prezzi al consumo sono saliti in maggio «solo» del 4%, mostrando come la stretta lanciata dalla Fed più di un anno fa inizia a dare frutti nella battaglia al carovita. La frenata consente proprio alla banca centrale americana la possibilità di prendersi una pausa nella stretta al costo del denaro per valutarne l'impatto sull'economia reale. Ma non scongiura il rischio di ulteriori ritocchi dei tassi nei prossimi mesi, probabilmente già in luglio. «C'è ancora del lavoro da fare», afferma Marc Giannoni, ex della Fed a Dallas e New York, prevedendo almeno altri due rialzi da un quarto di punto quest'anno. Fra gli analisti c'è anche chi prevede che la pausa durerà mesi, divenendo di fatto uno stop considerato che tassi in una forchetta fra il 5 e il 5,25% paino abbastanza alti per contenere l'inflazione. Per Jerome Powell la conferenza stampa in agenda oggi, al termine della due giorni di riunione, si prevede un palco difficile: la Fed deve mostrare determinazione nella lotta all'inflazione, ma allo stesso tempo deve prendersi del tempo per accertare gli effetti delle sue scelte così da tutelare l'economia ed evitare il temuto hard landing. Un gioco di equilibrismo, quindi, per il presidente della banca centrale nella consapevolezza che la battaglia resta lunga. La corsa è infatti rallentata ma il tasso di inflazione è comunque il doppio del 2% target della Fed. A innervosire è soprattutto l'indice core, quello al netto di energia e alimentari. In maggio ha segnato un aumento del 5,3%, solo in lieve rallentamento rispetto al +5,5% di aprile, a causa di prezzi delle case e affitti (+8%).
La revenge spending, ovvero i soldi spesi in viaggi e ristoranti dopo l'«astinenza» da pandemia, sta invece allentando la presa con effetti positivi sui prezzi di alberghi e voli. Per Joe Biden il rallentamento è una «buona notizia» che mostra come il suo piano «sta funzionando». Il presidente ammette comunque che resta del lavoro da fare per il calo dei prezzi.
Le Borse accolgono positivamente (Milano +0,57%, Parigi
+0,56% e Francoforte +0,79%) la frenata dell'inflazione americana ma procedono caute, con rialzi contenuti in attesa delle decisioni di Fed prima e della Bce giovedì: per l'Eurotower un aumento dei tassi sembra scontato.
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