Dalla lira all'euro, quali prodotti sono aumentati di più

Con la moneta unica il prezzo di diversi beni è triplicato: a 13 anni dall'entrata in vigore dell'euro ecco come è cambiato il consumo

Dalla lira all'euro, quali  prodotti sono aumentati di più

Sono bastati 13 anni per svuotarci le tasche. Da quel 2002, quando l'euro è entrato nella nostra vita quotidiana, una costante ha accompagnato gli italiani: la riduzione del potere d'acquisto. Gelato, penne e pizza dalla lira all'euro ecco quali sono i prodotti che sono aumentati di più. Non sono solo i greci a soffrire la presenza della moneta unica nel loro portafoglio. La vita quotidiana e l'approccio al consumo con l'arrivo dell'euro è cambiato radicalmente. Dopo 13 anni è forse il momento di fare qualche calcolo. A farlo è Roberto Sommella con "L'Euro per tutti". Un breve testo per capire quali siano i prodotti che paghiamo di più dopo il passaggio dalla lira all'euro nonostante sia passato circa un decennio dall'entrata in vigore della moneta unica.

Se ad esempio il francobollo, il compact disc e il burro hanno fatto registrare negli ultimi tredici anni riduzioni rispettivamente del 24, 15 e 12 per cento, altri prodotti di largo consumo come lo shampoo o il biglietto del cinema sono rimasti di fatto invariati, altri hanno invece messo il turbo. I rincari non sono su prodotti marginali ma su quelli di largo consumo. La pizza margherita è aumentata del 98 per cento (da 6.500 lire, pari oggi a 4,29 euro tenendo conto dell'inflazione nei tredici anni passati dal 2001, è passata a 8 euro e mezzo);un chilo di pasta integrale è più caro del 79 per cento, un chilo di vitello in fettine del 69 per cento. Sul podio, non invidiabile, dei super aumenti, ci sono il cono gelato (+206 per cento dal 2001 ad oggi, il che forse spiega anche il boom di questo prodotto nelle nuove catene di rivendita), la penna a sfera (+188 per cento) e il caro, vecchio, tramezzino: lo spuntino per eccellenza costava solo 1.500 lire ed oggi lo si trova in media a 2,10 euro (+114 per cento).

A beneficiare però della moneta unica sono stati milioni di italiani che hanno potuto acquistare una casa in questi ultimi anni, beneficiando di mutui a tassi minimi rispetto. Ma va sottolineato che i redditi sono rimasti quasi al palo. E, per di più sono stati erosi dagli aumenti di spesa.

La soluzione proposta da Sommella non è tornare all’antico, scelta che non farebbe che peggiorare le condizioni di vita proprio di chi già oggi fatica a sbarcare il lunario, ma arrivare a cambiare le regole modificando alcuni Trattati, come il Fiscal Compact. Inoltre servirebbe un vero piano Marshall per lo sviluppo, più efficace di quello proposto dalla Commissione Juncker, con la Banca centrale europea (Bce) a fare da prestatore di ultima istanza come la Fed.

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