L'Italia chiederà il Mes a luglio: ecco il piano dei giallorossi

Conte e Gualtieri hanno concordato un piano d'azione. L'obiettivo è chiedere il Mes a luglio assieme a Spagna e Portogallo

L'Italia chiederà il Mes a luglio: ecco il piano dei giallorossi

No al Mes”: era questa la frase utilizzata fino a qualche settimana da Giuseppe Conte per spiegare quali strumenti europei avrebbe utilizzato l’Italia per ripartire dopo la pandemia di Covid.

Tra le opzioni, l’Ue aveva messo sul tavolo anche la carta Fondo salva-Stati a condizioni di prestito agevolate. Dopo una complicata trattativa, dai piani alti di Bruxelles è arrivato l’ok per il Meccanismo europeo di stabilità “senza condizioni”. L’unico paletto? I denari provenienti dall’Europa devono essere utilizzati per coprire spese sanitarie. Niente da fare: Conte ha più volte dichiarato che l’Italia “non ha bisogno” del Mes, considerato, tra l’altro, uno strumento “inadeguato”.

La strategia di Conte

Questo era il recente passato. Già, perché adesso il governo giallorosso sembrerebbe aver cambiato completamente strategia. Secondo quanto riferisce Repubblica, non solo l’esecutivo punta al Mes; ma lo chiederà a luglio assieme a Spagna e Portogallo. Nel frattempo Roberto Gualtieri è al lavoro sul Piano nazionale di riforma, da realizzare mediante il rilancio degli investimenti e il fisco. Non c’è, almeno per il momento, l’ombra di patrimoniale e condono.

L’inversione a U dei giallorossi si è concretizzata ieri, all’apertura degli Stati generali dell’economia. La strategia di Conte è chiara: sfruttare al massimo il rapporto con Bruxelles per restare in cabina di regia senza scottarsi. Piccolo problema: l’Ue non è un bancomat. Questo significa che, in cambio di soldi, l’Europa chiede in cambio riforme; riforme non sempre convenienti per i vari Paesi membri.

In ogni caso, scrive Repubblica, Conte ha confidato ai ministri che la vetrina degli Stati generali consentirà alla maggioranza di chiedere il Mes a luglio senza spaccare il Movimento”. La base del partito grillino, infatti, ha sempre visto il Fondo salva-Stati come fumo negli occhi. La kermesse di villa Pamphili è dunque servita, da una parte a calmare i pentastellati (non c’è nessuna Troika all’orizzonte) e dall’altra a rassicurare la Commissione europea (l’Italia è pronta a fare la sua parte).

La road map di Conte e Gualtieri

Conte e Gualtieri hanno concordato un piano d’azione per accedere ai vari aiuti europei. Il primo passo consiste nel chiudere la partita riguardante il Recovery Fund. Sulla modalità degli aiuti di questo strumento è infatti in atto una spaccatura tra i Paesi frugali (che non hanno intenzione di “regalare” denari) e il fronte mediterraneo, del quale fa parte anche l’Italia. Entro fine luglio, e dopo aver dato un’occhiata alle finanze pubbliche in seguito all’assestamento di bilancio di fine giugno, ecco il secondo passo: l’Italia accederà ai 36 miliardi del Mes.

In tal caso, per attenuare lo stigma dei mercati, Roma spera di ricorrere al Mes assieme ad altri partner: con Spagna e Portogallo, forse anche con il Belgio. Sembrerebbe che il piano di Conte e Gualtieri abbia ottenuto il via libera di massima di Luigi Di Maio e il sostegno degli altri ministri grillini. Adesso resta da capire la posizione dei gruppi parlamentari e della base del Movimento. Ma sul presunti via libera da Di Maio, il ministro, attraverso il suo staff precisa: "Il ministro Di Maio ha sempre ribadito la necessità di puntare sul recovery fund, con tempistiche certe, in modo da poter utilizzare le risorse il prima possibile.

Non è peraltro mai stato affrontato il tema mes in ambito governativo alla presenza del ministro Di Maio che continua a considerarlo uno strumento anacronistico e inadeguato alle risposte da dare al Paese in questo difficile momento di crisi".

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