Prima fashion house italiana a quotarsi a New York, Zegna conquista il mercato americano e vola all'esordio con un rialzo di oltre il 7% (alle 20 italiane), dribblando le vendite che si sono abbattute sui mercati (in America quanto in Europa). «Un momento storico», lo ha definito l'ad Gildo Zegna suonando la campanella della casa di abbigliamento - fondata a Trivero in provincia di Biella, nel 1910 - e decretando ufficialmente la quotazione con il simbolo Zgn, al fianco di Andrea Bonomi, fondatore di Investindustrial e presidente dell'Industrial advisory board, e dello stilista Thom Browne.
Il brand maschile che porta il Made in Italy Oltreoceano si presenta al mercato attraverso una business combination con la Spac (acronimo di Special purpose acquisition corporation) creata da Investindustrial e guidata da Sergio Ermotti, ex ad di Ubs. La capitalizzazione di mercato della nuova entità è stata valutata in 2,4 miliardi di dollari e la famiglia Zegna resterà il caposaldo dell'impresa con una quota del 66% nel gruppo.
«È un momento storico. Se devo andare indietro di un anno non ci avevo pensato. C'è l'abbiamo fatta in un anno. Andrea Bonomi mi ha parlato in gennaio, ho iniziato a crederci da allora. Abbiamo lavorato, abbiamo fatto una maratona, che è passata per gli hacker in agosto. Ce l'abbiamo fatta grazie a una squadra straordinaria e un partner che non ci ha mai lasciato soli. È un momento storico per l'Italia, per il made in Italy e per la nostra azienda» ha detto l'ad aggiungendo che «l'America è un grande mercato, si sta riprendendo, fino a poco tempo fa si parlava solo di Cina». La priorità ora è la crescita organica che avverrà attraverso acquisizioni e integrazioni.
A inizio mese, Zegna e Investindustrial hanno comunicato di aver ampliato il plafond di raccolta tra gli investitori per la quotazione di Zegna a Wall Street. Sono stati raggiunti accordi con alcuni investitori per un ulteriore pipe (private investment in public equity), fino a 125 milioni di dollari che portano il totale dell'operazione a 3,21 miliardi di dollari. Tra i nuovi investitori dovrebbe esserci anche l'amministratore delegato di Prada Patrizio Bertelli.
«Zegna è il primo: ha sempre avuto il coraggio di andare in giro per il mondo. È stato il primo in Cina», ha osservato Bonomi.
Il gruppo ora scrive una nuova pagina della propria storia partendo da numeri più che solidi: ha chiuso il primo semestre dell'anno con ricavi in rialzo del 50% a quota 603,3 milioni e un utile di 32,2 milioni contro una perdita di 86,7 milioni registrata nel 2020.
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