Cashback come forma di contrasto all'evasione fiscale? Pare proprio non essere così, almeno secondo il presidente del Centro studi e ricerche itinerari previdenziali Alberto Brambilla. Il nostro paese avrebbe un'economia sommersa annuale pari a 190,9 miliardi di euro, che si concentrerebbero soprattutto in attività connesse alla fornitura diretta di servizi alle famiglie, sulle quali gravano pesanti imposte, sia dirette che indirette.
Dall'analisi dei dati 2018 emerge che il 74% dei contribuenti versa aliquote basse: di questi il 43,88% dichiara redditi negativi o a zero, versando il 2,42% di tutta l'Irpef ed il 13,84% contribuisce al 6,56% del medesimo totale. Ciò significa che il 57,72% dei dichiaranti versa 15,4 miliardi di euro sul totale annuale Irpef di 170. A dichiarare redditi oltre i 35mila euro lordi annuali è invece poco più del 13% di contribuenti, i quali versano il 60% delle imposte totali.
La risposta per disincentivare l'evasione fiscale non può essere tuttavia, secondo Brambilla, la lotteria degli scontrini già applicata in Brasile e Portogallo ("non proprio fari di scienza delle finanze", dice il presidente come riportato da "Il Messaggero") o il cashback di Stato. Scorretto inoltre limitare l'uso del contante facendo finta di non considerare i costi aggiuntivi legati all'uso della moneta elettronica: con l'infima soglia di 999 euro il prossimo anno saremo la maglia nera d'Europa.
Nel cashback "nostrano", ricorda Brambilla, sono necessarie almeno 50 operazioni in un semestre per raggiungere il massimale di 150 euro di rimborso (dunque tuttalpiù si possono toccare i 300 euro annuali con 100 operazioni). Tuttavia, spiega il presidente, più della metà delle operazioni coperte dal cashback erano già effettuate con moneta elettronica, quindi"oltre la metà dei soldi sono regalati". Tra l'altro se i fondi stanziati da Giuseppi non basteranno per coprire le richieste (cosa assai probabile) allora i rimborsi verranno proporzionalmente mozzati. Uno spreco di denaro pubblico, quindi, dato che il governo giallorosso ha stanziato per il cashback 1,75 miliardi di euro per il 2021 e 3 miliardi di euro per il 2022.
Ma è davvero un sistema così vantaggioso per combattere l'evasione? Anche no. Brambilla cita l'esempio di un lavoratore che guadagna 1400 euro al mese e che necessita di lavori in casa. Con un intervento che costa 1220 euro con fattura, poi ridotto a 900 senza, il risparmio immediato per il cliente sarebbe di 320 euro, un vantaggio subito tangibile. Il fornitore eviterebbe invece di pagare tasse, Iva e contributi. Ebbene, spiega Brambilla, "Per questa operazione il cashback consentirebbe di beneficiare di 15 euro (contro 320 o più)".
Il presidente propone quindi come soluzione quella del "contrasto di interessi", almeno per un periodo sperimentale di 3 anni. In detrazione delle imposte dell'anno, "tutte le famiglie possono portare il 50% delle spese effettuate con regolare fattura elettronica (incrocio dei codici fiscali) nel limite di 5.000 euro annui per una famiglia di 3 componenti che aumenta di 500 euro per ogni ulteriore componente. Nel caso di incapienza sono previste misure compensative (quota asili nido, mense...)". Tra i lavori detraibili quelli di manutenzione della casa, di auto e mezzi di trasporto in genere, gli aiuti domestici.
Così facendo ogni nucleo potrebbe risparmiare fino a 2500 di Irpef (sarebbe come pagare i lavori, al netto dell'Iva, con un risparmio del 50%), si disincentiverebbero gli irregolari e lo Stato potrebbe incassare almeno il 10%-15% di entrate fiscali/contributive (che sui 190 miliardi valutati in precedenza significano almeno 19 miliardi). "Il contrasto di interessi e la reintroduzione dei voucher lavoro per la lotta al micro sommerso, sono l’unica soluzione seria possibile: perché non sperimentarle?", si domanda Brambilla.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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