Mentre Lufthansa si prepara ad acquisire il 41% di Ita Airways tramite l’aumento di capitale riservato, il vettore tedesco e annuncia 10.000 nuove assunzioni per il 2025, la situazione dei 2.118 lavoratori ancora in capo all’Alitalia in amministrazione straordinaria resta critica, anche se, grazie al governo, non sono in mezzo a una strada. Nonostante la proroga della cassa integrazione straordinaria (Cigs) fino a ottobre 2025, il loro reintegro nel settore rimane un obiettivo ancora lontano.
Secondo quanto dichiarato dalla compagnia guidata dal Ceo Carsten Spohr, le assunzioni previste per il 2025 riguarderanno diverse figure professionali: più di 2.000 assistenti di volo, 800 piloti, 1.400 addetti alle operazioni di terra, 1.300 tecnici e 1.200 amministrativi, con un focus particolare sulle sedi tedesche, ma anche distribuite nelle 90 basi internazionali del gruppo. Questa nuova spinta segue un 2024 in cui Lufthansa ha già assunto 13.000 persone. Se il vettore tedesco guarda al futuro con moderato ottimismo (anche se il piano di turnaround è ancora in corso), in Italia la situazione è ben diversa. Ita Airways, nata sulle ceneri di Alitalia, non assorbirà i 2.118 dipendenti della vecchia compagnia di bandiera rimasti esclusi dalla nuova società.
La situazione dei lavoratori italiani: un costo sociale ignorato
Nel frattempo, gli ex dipendenti Alitalia, molti dei quali piloti e assistenti di volo, grazie all’accordo raggiunto con il governo, non perderanno del tutto il reddito. Il costo degli ammortizzatori sociali per i prossimi dieci mesi, secondo fonti bene informate, sarà di circa 30 milioni di euro reperiti sia tramite la legge di Bilancio che dai fondi non utilizzati del ministero del Lavoro. Secondo i sindacati, la proroga della Cigs rappresenta una vittoria, seppur temporanea. In una nota congiunta, Filt Cgil, Fit Cisl, Uiltrasporti, Ugl Trasporto Aereo e Anpac hanno espresso soddisfazione per il risultato, definendolo un «traguardo frutto di interlocuzioni costanti con il governo».
Tuttavia, rimane il nodo del ricollocamento. I sindacati sottolineano che il reintegro dei lavoratori in aziende che hanno rilevato gli asset di Alitalia, come Swissport e Atitech, è ancora un obiettivo prioritario ma lontano dalla realizzazione. «La piena rioccupazione del personale resta il nostro obiettivo principale», ribadiscono le sigle, auspicando che lo sviluppo del settore aereo e l’arrivo di Lufthansa in Ita possano fungere da volano.
Un futuro incerto
La contraddizione tra l’espansione internazionale di Lufthansa e il dramma occupazionale in Italia è evidente. Gli esuberi di Alitalia non sono stati inclusi nell’accordo per il rilancio di Ita e il loro futuro lavorativo è appeso a un filo. Mentre la compagnia tedesca pianifica un’espansione globale, per i lavoratori italiani restano la cassa integrazione e il rischio concreto di un definitivo allontanamento dal mercato del lavoro.
A complicare ulteriormente la situazione, si aggiunge il ricorso pendente presso la Corte costituzionale contro il decreto interpretativo voluto dal ministro Giorgetti. Si contesta la legittimità del provvedimento, pensato per evitare cause legali da parte dei lavoratori esclusi. La Corte si esprimerà tra febbraio e marzo e i lavoratori sperano che un eventuale giudizio favorevole possa aprire spiragli per il loro reintegro.
Le prossime tappe
Intanto, si è appreso da fonte tedesca che l’accordo per l’ingresso di Lufthansa in Ita sarà siglato lunedì prossimo 13 gennaio.
La prima fase prevede un investimento di 325 milioni di euro per rilevare il 41% del capitale, con la nomina di un nuovo cda che delineerà il piano industriale e punterà all’espansione verso nuove aree come l’Africa e il Sud America. Il piano di acquisizione si articolerà in più fasi fino al 2029, con un investimento complessivo di 829 milioni.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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