Due consumatori americani accusano Barilla di pubblicità ingannevole, incontrando il favore della giustizia che intende vederci chiaro e che, il 17 ottobre, ha accolto la richiesta di Matthew Sinatro e Jessica Prost. Lo slogan Italy’s No.1 brand of pasta (la pasta numero uno in Italia) sarebbe fuorviante perché, sostengono i promotori della class action, è prodotta nello Iowa.
Il caso Barilla
Può sembrare cosa di poco conto ma sta già sortendo effetti. Barilla ha immediatamente chiesto l’archiviazione della causa con cui i consumatori chiedono che sulle confezioni di pasta non venga più nominata l’Italia e la corte ha deciso di rigettarla.
Un caso che sta facendo rumore e che sta attirando l’attenzione dei media americani, anche di respiro internazionale.
I due firmatari della class action, di origini italiane, sostengono di avere comprato per anni la pasta Barilla perché convinti che venisse dall’Italia sia per ragioni affettivo-sentimentali sia perché negli Stati Uniti la qualità del grano e degli standard di lavorazione sono di livello inferiore.
Per la giudice federale Donna Ryu gli argomenti dei due consumatori sono sufficienti a sollevare un caso di rilievo costituzionale anche perché, chi acquista la pasta Barilla, sarebbe disposto a pagare di più proprio in virtù della sua origine. A pesare sulle (per ora presunte) responsabilità di Barilla contribuirebbe anche il tricolore che appare sulle confezioni.
La posizione della Barilla
L’azienda di Parma, raggiunta da Repubblica, ha precisato che intende difendere la propria posizione perché sulle confezioni appare la scritta “Made in the U.S.A. with U.S.A. and imported ingredients” (fatta in America con ingredienti americani e di importazione) e perché tutte le informazioni sulla pasta prodotta sono reperibili sul sito americano dell’azienda la quale, inoltre, ricorda che negli Stati uniti dà centinaia di posti di lavoro.
La pasta viene prodotta in due stabilimenti nello Iowa e nello Stato di New York, con eccezione per alcuni prodotti la cui totale origine italiana viene opportunamente indicata sulle confezioni.
Da ultimo, Barilla ribadisce che anche negli Usa viene utilizzato lo stesso procedimento produttivo usato in Italia.
La corsa alle class action
Barilla tiene il punto perché convinta di avere agito nel pieno della trasparenza ed esprime fiducia nelle autorità locali.
Resta il fatto che, secondo diversi legali americani, in generale, i consumatori sono sempre più convinti di essere vittime di imbrogli e ricorrono alle class action anche contro aziende che promuovono in modo chiaro e corretto i rispettivi prodotti o servizi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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