Manovra, il Pdl: "Va riscritta". Ma il Pd: "Attacco strumentale"

Braccio di ferro sulla manovra. Pdl preoccupato per le nuove tasse sulla casa e il taglio irrisorio del cuneo fiscale. Brunetta avverte: "Il governo rischia". Ma Zanonato: "Continua la balla sulle nuove tasse". E Fassina: "Un pretesto per coprire le vicende giudiziarie del Cav"

Il premier Enrico Letta con il viceministro dell'Economia Stefano Fassina
Il premier Enrico Letta con il viceministro dell'Economia Stefano Fassina

La posizione del Pdl non cambia: la legge di Stabilità va riscritta, completamente. Così com'è, infarcita di nuove tasse e balzelli nascosti, non può essere approvata. Se da una parte i parlamentari azzurri si appellano ai ministri del Pdl perché intervengano per evitare che i cittadini paghino di tasca propria l'ennesima stangata, dall'altra preannunciano le barricate in parlamento. Una posizione che irrita il Tesoro e, in particolar modo, gli esponenti piddì che siedono ai banchi dell'esecutivo. "Vogliamo migliorarla nell’interesse dei cittadini - chiede il ministro alle Infrastrutture Maurizio Lupi - oppure vogliamo trasformare la legge di stabilità in una assurda resa dei conti interna sulla pelle degli italiani, lasciando il Paese senza governo?".

Daniele Capezzone, presidente della commissione Finanze alla Camera, non ci gira troppo intorno. Per lui la manovra impacchettata dall'esecutivo è una patrimoniale. "Occorre dire no e riscrivere tutto", spiega preannunciando che la stangata si abbatterà soprattutto sugli immobili. Stangata confermata da chi, all'interno dello stesso governo, riferendosi alla Tasi, ha suggerito di concedere ai comuni la possibilità di "sfondare" il tetto massimo del 2,5 per mille in modo che i sindaci abbiano margini di manovra per introdurre deduzioni e detrazioni. Il che è una ulteriore conferma che anche per il governo è improbabile, per non dire impossibile, che ad aliquota standard dell’1 per mille i Comuni trovino le risorse necessarie ad applicare deduzioni e detrazioni che pure erano previste dalla vecchia Imu. Solo aggravando ulteriormente l’imposta potranno permettersi di non far pagare chi non pagava prima. Secondo Capezzone, "sommando l’aggravio sulle prime case prima esenti dall’Imu, e sulle quali ora si dovrà pagare la Tasi (5 milioni di abitazioni), la possibile adozione da parte dei Comuni dell’aliquota massima del 2,5 per mille nel 2014 e persino oltre negli anni successivi, e l’aumento di un ulteriore 1 per mille su tutti gli altri immobili, la patrimoniale sugli immobili potrebbe passare da 20 a oltre 30 miliardi di gettito".

Le preoccupazioni di Capezzone sono condivise in tutto il partito. "Su questo rischia il governo. Letta si è montato la testa dopo il 2 ottobre con una fiducia presa per i capelli. Ma ha sbagliato i suoi conti", ha detto chiaramente il capogruppo Pdl alla
Camera Renato Brunetta assicurando, in una intervista a Sky Tg24, che si impegnerà per modificare il contenuto della legge di Stabilità. Secondo l'ex ministro, le cifre date da Fassina ieri sono palesemente false. Un'accusa netta che non viene meno neanche quando il Tesoro si espone in prima persona per smentire la Cgia di Mestre i cui tecnici hanno calcolato l'aggravio fiscale intorno a 1,1 miliardo di euro da sborsare nel 2014. "Anziché diffondere note che sanno di triste presa in giro - ha incalzato, ancora, Capezzone - il Tesoro ricordi che gli italiani sanno benissimo fare i conti". Il dato di fatto è che non solo la tassa sulla casa torna, ma in tanti versi è stata addirittura peggiorata e aggravata. All'Imu "mascherata" si aggiunge la farsa del cuneo fiscale il cui taglio è a dir poco risibile. "Se il governo non affronta in modo coraggioso il taglio della spesa pubblica, avremo grossi problemi - ha incalzato il deputato del Pdl Raffaele Fitto ai microfoni di In mezz'ora - sono questioni vitali e fondamentali che erano nel primo programma di Letta". In settimana il vice presidente del Senato Maurizio Gasparri presenterà emendamenti per migliorare la legge di Stabilità. "Se saranno accolti bene, altrimenti sono certo che per primi i nostri ministri diranno 'no' alla legge di stabilità - aggiunge il senatore del Pdl - non sono per la crisi a prescindere, ma nemmeno per il governo a prescindere".

Il Pd cerca di far muro alle incursioni del Pdl: non arretra di un millimetro e non intende mettere in diuscussione il taglio della pressione fiscale. Il premier Enrico Letta non interviene in prima persona. Dopo la smentita dei tecnici del Tesoro, si schierano gli esponenti piddini dell'esecutivo. Il ministro dello Sviluppo economico, Falvio Zanonato, affida a Twitter la risposta alla Cgia di Mestre: "Continua la favola dell’aumento delle tasse che caleranno nel 2014 per le famiglie di un miliardo. Basta numeri sparati a caso". In serata, infine, scende in campo il viceministro all’Economia Stefano Fassina per difendere la service tax partorita dal governo: "Perché una parte del Pdl ora critica? Ha cambiato idea? Oppure è un attacco strumentale per coprire scelte dovute alla vicenda giudiziaria di Berlusconi?". A dar man forte anche Lupi che, in serata, ha accusato i lealisti di "invadere le agenzie con la solita alluvione di dichiarazioni sulla legge di stabilità e contro il governo".

Il ministro alle Infrastrutture ha quindi invitato i compagni di partito a "evitare qualsiasi resa dei conti". Di resa dei conti, però, Capezzone vede quella sul fisco: "Siamo stati tutti eletti per abolire le tasse sulla prima casa e per non inasprire una pressione già insostenibile".

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