Un crac nella vostra banca? Come difendere i risparmi

Tutto ciò che c'è da sapere: dal commissariamento al conto cointestato passando per parametri Ue, bail-in e depositi

Un crac nella vostra banca? Come difendere i risparmi

Il recente caso della popolare di Bari ha inevitabilmente preoccupato i risparmiatori, ma è bene ricordare che si tratta solo dell'ultimo caso dell'infinita serie delle crisi bancarie: negli ultimi 5 anni sono stati coinvolti oltre 200mila risparmiatori con un costo totale di circa 60 miliardi di euro considerando interventi pubblici e privati e perdite dei risparmiatori. Quella dei crac ha una storia a sé, iniziata nel novembre 2015 con la messa in risoluzione di Banca Etruria, CariChieti, Banca Marche e Carife. Eppure se l'anno prima l'Antitrust europeo non avesse bocciato l'intervento del Fondo interbancario per il salvataggio di banca Tercas da parte della Popolare di Bari, il costo del salvataggio di queste 4 banche sarebbe stato decisamente inferiore (secondo Il Giorno circa 1,5 miliardi).

L'Italia si è così trovata costretta ad applicare le regole del burden sharing. Il risultato? Le conseguenze del crac sono state accollate ad azionisti e obbligazionisti subordinati. A partire dal 1 gennaio 2016 si è dovuto fare i conti con un irrigidimento delle regole in seguito all'introduzione del bail-in che, in caso di default, prevede che a pagare il conto siano azionisti e obbligazionisti, salvando conti correnti e depositi (oltre alle cassette di sicurezza) fino a 100mila euro. I risparmiatori coinvolti fino a febbraio possono comunque chiedere i rimborsi previsti dal Fondo da 1,5 miliardi del governo gialloverde.

La guida

Ma entriamo nello specifico e analizziamo i diversi aspetti che vanno dal commissariamento ai casi del conto cointestato. Lo scioglimento degli organi amministrativi e di controllo di un istituto può essere disposto dalla Banca d'Italia quando o ricorrono violazioni/irregolarità o sono previste gravi perdite patrimoniali; inoltre può essere esplicitamente richiesto dai vertici o dall'assemblea straordinaria. Per valutare la solidità di una banca bisogna fare affidamento al Cet1 Ratio, un parametro Ue che indica il rapporto tra le attività ponderate e il rischio: un risultato inferiore all'8% provocherebbe il commissariamento in quanto starebbe a significare che la banca ha fatto investimenti a rischio per 12,5 volte il valore del proprio capitale.

In caso di crac ecco il bail-in, che prevede che a coprire le perdite siano - nell'ordine - azionisti, obbligazionisti e correntisti sopra i 100mila euro. Si tratta di una normativa introdotta al fine di non far pagare sempre allo Stato la malagestione degli istituti. Un ruolo importante è ricoperto dal Fondo interbancario, ovvero un consorzio di diritto privato il cui compito è quello di intervenire in caso di rischio crac, pagando in parte il salvataggio dell'istituto pericolante. Garantisce tutti i soldi depositati sul proprio conto corrente con una copertura che arriva fino a 100mila euro per banca e per risparmiatore.

La copertura raddoppia in caso di un conto cointestato: il fondo bancario coprirà tutta la somma se si dovessero avere, ad esempio, 200mila euro su un conto intestato a due persone.

Infine occorre fare una precisazione tra azioni e obbligazioni: le prime sono partecipazioni al capitale di una impresa e fruttano se l'impresa va bene; le seconde sono prestiti che garantiscono il rimborso del prestito più un interesse. Tuttavia va sottolineato che in caso di crac pagano sia azionisti sia obbligazionisti.

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