Mattarella s'inchina a Renzi: firma la manovra delle tasse

Da quando Renzi è a Palazzo Chigi al 2017 la pressione fiscale aumenta di quasi un punto di pil. Eppure anche questa manovra ottiene l'ok del Colle

Mattarella s'inchina a Renzi: firma la manovra delle tasse

I numeri smentiscono gli slogan e le promesse di Matteo Renzi. Come spiega Renato Brunetta sul Giornale di oggi, con la legge di Stabilità per il 2016 la pressione fiscale crescerà dal 43,7% del 2015 al 44,2% del 2016 e al 44,3% del 2017: il picco più alto della storia del nostro paese. Da quando Renzi è a Palazzo Chigi al 2017 la pressione fiscale aumenta di quasi un punto di pil. Al Quirinale, però, c'è sempre qualcuno ben disposto a sottoscrivere la legge di Stabilità licenziata dal Consiglio dei ministri. Quest'anno è stato il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, a firmare la manovra che ora si trova a Palazzo Madama per iniziare l'iter parlamentare.

Dopo giorni di annunci e smentite, la legge di Stabilità è finalmente arrivata in Senato. Ben oltre la scandenza del 15 ottobre fissata dalla legge. Il parlamento ricevere la legge più importante di un governo e del Paese per ultimo, ben dopo che sia stata approvata dal Consiglio dei ministri e ben dopo la discussione in Europa. Non solo. Appena è approdata a Palazzo Madama i parlamentari si sono accorti che quanto detto finora era tutta fuffa. Martedì la commissione Bilancio al Senato dovrà appunto iniziare l’esame di un testo che finora nessuno ha potuto leggere. Paolo Romani rivela che il testo che circolava in precedenza era privo "delle parti essenziali di una legge di Stabilità: le cifre". "La confusione che regna fra palazzo Chigi ed il Ministero dell’Economia è davvero grande - denuncia il capogruppo dei senatori di Forza Italia - forse qualcuno ha trovato difficoltà a tradurre in tabelle ed articolati gli annunci e le slide del Presidente del Consiglio".

Ora che la legge di Stabilità non è più un mistero, risulta chiaro che la legge di Stabilità non serve certo ad "abbassare le tasse", come invece aveva promesso Renzi. La pressione fiscale calerebbe leggermente solo se il governo dovesse riuscire a disinnescare le clausole di salvaguardia che prevedono l'aumento dell'Iva al 25,5% nel 2018 e delle accise. Ma nella legge di Stabilità queste clausole di salvaguardia sono semplicemente rinviate. "L'unico dato che fa fede - tuona Brunetta - non può non tenere conto delle partite di giro, anzi di raggiro, messe in atto da Renzi e che ha come risultato l'aumento della pressione fiscale". Questa, d'altra parte, è la realtà dei numeri.

"Quando afferma il contrario, il presidente del Consiglio mente sapendo di mentire - conclude Brunetta - con il beneplacito dell'inerte, e perciò colpevole, ministro dell'Economia e delle finanze, Pier Carlo Padoan". E, in ultima battuta, con il via libera di Mattarella.

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