"Mediolanum pensa digitale. Ora focus su Pir e pensioni"

L'ad: "Abbiamo accelerato sull'hi-tech per stare sempre vicini ai clienti. I dividendi? Penalizzati dallo stop Bce"

"Mediolanum pensa digitale. Ora focus su Pir e pensioni"

Siamo al secondo anno di Covid. Banca Mediolanum è tornata in Borsa ai livelli di fine 2019. A Massimo Doris, amministratore delegato, chiediamo: come avete gestito questo periodo, arrivato all'improvviso un anno fa?

«Ci ha aiutato il nostro modello di banca, da sempre flessibile. Abbiamo accelerato l'uso della tecnologia da parte dei dipendenti, dei family banker, e dei clienti. Così, quando si tornerà alla normalità, avremo un'opzione in più. Oltre alla digitalizzazione del servizio al cliente, avevamo già investito molto per digitalizzare i processi interni. A cominciare dal contratto che il cliente deve sottoscrivere: prima della pandemia il 70% era già in digitale. Ora siamo saliti al 97%. Magari non ci assesteremo su questi valori, ma certo non torneremo più a quelli di prima. Un altro elemento è il rapporto da remoto con il cliente: abbiamo capito che così è più efficiente: consente di contattare i clienti più spesso, di incontrarne molti di più e di visitare anche chi è difficile da raggiungere».

E lo smart working? Come avete fatto?

«Alla sede della banca di Milano 3 siamo circa 2.700 e prima della pandemia non avevamo esperienze di smart working. Subito abbiamo investito per gli strumenti necessari, comprando e configurando oltre 2mila laptop, smartphone, router e tecnologie per connettere anche chi non aveva il wifi a casa. In 3 mesi siamo scesi da 2.700 a 800 in presenza. Poi, da ottobre, abbiamo messo in remoto anche il banking centre e ora in sede non ci sono mai più di 100-120 presenti. L'autunno scorso abbiamo fatto un test: tutti a casa per vedere come fare se un giorno dovesse chiudere fisicamente l'intera banca. Ed è andato tutto liscio, con la sede deserta».

Ma tornerete in sede o no?

«Torneremo in ufficio, ma non sarà un ritorno al passato. Faremo un vero smart working che però sarà una scelta, non una forzatura come adesso. In media, pensiamo di poter lavorare da casa due giorni la settimana».

Veniamo ai vostri soci: la Bce ha bloccato i dividendi, che politica farete?

«L'Assemblea dei soci ha appena approvato una cedola pari a 78 centesimi per azione, comprensiva dell'esercizio 2020 più il saldo del 2019 rimasto sospeso. Al momento, secondo i limiti della Bce, possiamo staccare solo 3 centesimi a maggio. Il resto arriverà a ottobre, se verranno tolte le limitazioni. È la prudenza della Bce. E se in generale è giusta, poi bisogna vedere il singolo caso concreto: corretto imporre di guidare con prudenza, ma il neopatentato e il campione di rally hanno capacità diverse. Noi pur pagando 78 centesimi avremmo comunque un Cet1 del 20,4%, considerando i valori di fine 2020; mentre se non li potessimo pagare, salirebbe oltre il 26%: avrebbe davvero poco senso».

Troppa prudenza?

«La regola è pensata per le banche tradizionali, che basano il business su raccolta-impiego, non per quelle come noi che vedono gli utili arrivare soprattutto dal risparmio gestito. La scelta è corretta in linea di principio, penalizza però le banche come noi con modelli di business diversi. Tra l'altro noi non siamo esposti sul credito alle imprese, che è il business più rischioso. In sintesi, pur avendo un'attività meno rischiosa, siamo tra le più penalizzate».

Quali sono le iniziative su cui punterete ora?

«Mercoledì 14 aprile c'è stata la nostra convention nazionale e abbiamo rilanciato i Pir, con due novità: il nuovo Pir alternativo, un fondo chiuso di dieci anni che investe in private equity, debito privato e venture capital, rivolto prevalentemente alla clientela più facoltosa».

E la seconda?

«Una forte rifocalizzazione sui Pir tradizionali. Rifaremo un nuovo tour in tutta Italia con i nostri manager, esperti, opinion maker; prima in digitale e, appena si potrà, in presenza».

E oltre ai Pir?

«L'altro focus è sulla previdenza. Sappiamo che chi dal 2007 ha messo il Tfr nei fondi pensione aperti ha avuto rivalutazioni ben superiori rispetto a chi lo ha lasciato in azienda: accade nel 90% dei casi. Il tema delle pensioni è fondamentale per l'equilibrio della finanza pubblica e soprattutto per i cittadini: con una vita media ben più lunga rispetto al passato, occorre integrare con i piani complementari privati per garantirsi la continuità del tenore di vita».

Teme il ritorno dell'inflazione?

«Non particolarmente. Penso che oggi l'inflazione faccia fatica a partire anche quando l'economia viaggia. La rapidità dei progressi nella tecnologia contribuisce sia ad aumentare la produttività, sia a contenere l'occupazione: due freni alla ripresa di alta inflazione».

Farete i vaccini in sede in Banca Mediolanum?

«I nostri dipendenti hanno potuto già fare in ufficio i vaccini per l'anti-influenzale.

Da settembre diamo anche la possibilità di effettuare tamponi e test sierologici. Ora ci stiamo organizzando per i vaccini anticovid, per dipendenti e loro familiari. Lo potremo fare appena ci sarà la disponibilità: a oggi stimiamo da metà giugno».

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