La Melegatti è pronta a tornare a produrre pandori e dolci già per questo natale avendo assunto 35 dipendenti che si andranno a dividere tra ufficio e produzione
La rassicurazione di una sicura riapertura dell'azienda era arrivata qualche settimana fa, quando la società veronese fu salvata da morte certa dopo le voci che si erano susseguite su una possibile chiusura. L'operazione da 13 milioni e mezzo di euro messi sul tavolo dal gruppo cui fa capo la famiglia Spezzapria ha fatto sì che la Melegatti torni a produrre già da questo natale avendo assunto all'interno del suo organico 35 nuovi dipendenti così suddivisi: 16 andranno ad occupare i posti della produzione mentre altri 10 andranno a posizionarsi negli uffici dell'amministrazione. Entreranno altre 9 persone in seguito, che dovranno essere stipate tra amministrazione e produzione.
"E' stato appena siglato l'accordo sindacale - precisa il gruppo sindacale- dal quale emerge il forte impegno della nuova proprietà della Melegatti per ripartire il prima possibile con la produzione di pandoro, panettoni e dolci in entrambi gli stabilimenti veronesi per valorizzare le competenze, garantire stabile occupazione e sviluppare il territorio".
Il gruppo si è impegnato con i sindacati a riassumere tutta la forza lavoro antecedente la crisi nei messi che si succederanno.
La storia dell'azienda Melegatti e la crisi che l'ha distrutta
L'azienda ha costruito la sua fortuna attorno alla produzione del pandoro, il tipico dolce natalizio che è stato ideato dallo stesso fondatore della società Domenico Melegatti nel 1894. Fu il Ministero dell'Agricoltura e Commercio a rilasciare il brevetto allo storico fondatore. Morto Domenico, nel 1915 il brand passò in mano a Irma Barbieri, la nipote che era sposata con Turco uno storico collaboratore del gruppo. Il 2016 è stato l'anno di entrata nel tunnel della crisi.
L'azienda era presieduta da Emanuela Perazzoli che, a causa della concorrenza spietata dell'azienda concorrente Bauli e da alcuni investimenti sbagliati, hanno portato il tribunale di Verona a dichiarare istanza di fallimento nel 2018. I debiti ammontavano a 50 milioni di dollari.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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