Da Cernobbio il ministro dell'Economia Pierl Carlo Padoan ha annunciato ulteriori tagli delle tasse, oltre a quelli annunciati pochi giorni fa dal premier Renzi.
Davanti ai rappresentanti italiani e internazionali del mondo dell'economia e della finanza, il tecnico non poteva deludere e nel suo intervento a snocciolato punto per punto le strategie del governo per la definitiva ripresa economica dell'Italia e anche per riconoscere al lavoro svolto dall'esecutivo di cui fa parte qualche merito.
Prima del capitolo imprese, Padoan ha affrontato la questione tassa sulla prima casa che ha suscitato più di qualche perplessità, soprattutto a livello europeo: "L'80% degli italiani ha una casa e quindi eliminare la pressione fiscale vuol dire dare reddito ai consumi", ha dichiarato il ministro, replicando allo scetticismo scaturito dall'annuncio del taglio dell'Imu.
Abbassare la pressione fiscale sui cittadini è uno dei cardini del governo Renzi, un percorso che, secondo le parole del ministro, "è iniziato con gli 80euro del 2014 e continuerà fino al 2018".
Dopo l'Imu, toccherà alla Tasi, per poi concentrarsi sulle imposte sul lavoro. Nel mirino dell'esecutivo, ci sono l'Ires, l'Irpef e l'Irap, il cui abbassamento servirà a rilanciare le imprese ed è previsto per il 2017.
Il taglio delle tasse a favore di chi contribuisce a risollevare le sorti della nostra economia però, non sarà l'unico strumento adottato per spingere le aziende verso quella che si spera possa essere una ripresa definitiva.
Al vaglio del ministero dell'Economia e di quello dello Sviluppo Economico ci sono anche altre proposte. Le ipotesi - che andrebbero a gettare le basi per l'annunciato piano di rilancio del Mezzogiorno - sarebbero quelle di anticipare il taglio dell'Ires alle imprese meridionali e di rifinaziare gli sgravi fiscali per le nuove assunzioni al Sud. In alternativa, l'abbassamento dell'imoposta sul reddito delle società si potrebbe anticipare, per estenderlo a tutte le Pmi, ma questa strada sarebbe più gravosa dal punto di vista delle coperture.
Allo studio anche misure che prevedono degli incentivi fiscali per chi investe. Se già per il periodo 2014-2017 è previsto uno sconto di imposta per le imprese che acquistano nuovi macchinari, si sta ragionando sull'estensione dello sgravio fiscale su ogni tipo di investimento fatto dalle aziende.
Ma dove si troveranno le risorse per tagliare tutte queste tasse? Già la settimana scorsa, il presidente di Confidustria Giorgio Squinzi, si era detto entusiasta dell'annunciato abbassamento delle tasse ma solo a condizione che l'operato del governo non si fermi agli slogan, fornendo anche appropriate coperture finanziarie, a partire dalla spending review.
E infatti, proprio il taglio delle spese sostenute dello Stato dovrebbe valere almeno 10 miliardi di euro, ai quali potrebbero aggingersene altri cinque o sei, previsti dalla clausola di flessibilità dei conti con l'Ue. Attesa anche per le stime definitive del tesoretto in arrivo con la collaborazione volontaria di chi denuncia di possedere dei capitali all'estero.
538em;">Per aderire a questa procedura si ha tempo fino al 30 settembre; al momento le richieste arrivate all'Agenzia delle Entrate sono oltre 10mila, ma potrebbero aumentare sensibilmente con l'avvicinarsi del termine ultimo per presentare la domanda. Le indiscrezioni trapelate riferiscono che con questa misura lo Stato potrebbe incassare oltre 3 miliardi di euro.
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