La moglie del pensionato suicida: "Così la banca ci ha ingannato"

La moglie del pensionato suicida: "Così la banca ci ha ingannato"

Ingannati e derubati tutto. È la storia di Lidia Di Marcantonio e del marito, Luigino D'Angelo, suicida dopo avere perso i suoi risparmi, affidati a investimenti rischiosi proposti da Banca Etruria. "Ci fidavamo", racconta con amarezza la donna in un'intervista a Repubblica. Ma quella fiducia era evidentemente malriposta.

C'è l'accusa all'istituto bancario nella lettera d'addio lasciata dal marito prima del suicidio. Un gesto estremo che Lidia dice di non aver saputo prevedere, perché "la sera del sabato" avevano "appuntamento con coppie diamici per andare a ballare". E se c'era certo quella preoccupazione dei risparmi andati in fumo, la donna non pensava che Luigino di lì a poco si sarebbe tolto la vita.

"Ancora non ho realizzato, metabolizzato, capito", dice la moglie, che si fa forza per la madre novantenne e racconta ancora di quegli inutili pellegrinaggi allo sportello bancario, per chiedere indietro i

propri risparmi. E quella risposta sempre uguale: "Impossibile". "Ora ho perso sia lui che tutti i nostri risparmi - commenta non amarezza -. Credo che possa comprendere come mi sento".

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