L'operazione di aumento di capitale di Mps, lanciato lunedì 19 dicembre, "non si è chiusa con successo". Lo comunica l'istituto. "Non sono stati raccolti ordini di investimento sufficienti a raggiungere la somma di 5 miliardi di euro, necessaria a consentire il deconsolidamento dei non performing loan e il raggiungimento degli altri obiettivi di rafforzamento patrimoniale". In particolare, si spiega da Mps, "non si sono concretizzate manifestazioni di interesse da parte di anchor investor disponibili a effettuare un investimento rilevante nella banca", circostanza che "ha influito negativamente sulle decisioni di investimento degli investitori istituzionali limitando significativamente gli ordini di sottoscrizione".
Per questo "non è pertanto risultato possibile raggiungere la somma di 5 miliardi di euro, nonostante l'esito positivo dell'esercizio di liability management" che ha registrato la volontaria conversione di obbligazioni subordinate in azioni per un totale di 2,45 miliardi. Il mancato perfezionamento dell'aumento di capitale "comporta il venir meno anche dell'operazione di cartolarizzazione definita nel contesto dell'operazione, e del complessivo esercizio di liability management su passività subordinate emesse o garantite dalla banca". I titoli portati in adesione alle offerte Lme saranno restituiti ai rispettivi portatori nei termini indicati nella relativa documentazione di offerta". Il cda di Mps "ringrazia tutti i dipendenti per il grande sforzo profuso al servizio della banca e dei clienti in questo delicato momento della vita dell'istituto".
E dopo la comunicazione di Mps, nella notte si è riunito il Consiglio dei Ministri che ha dato via libera al salvataggio. "Abbiamo approvato il decreto che abbiamo definito decreto salvarisparmio che si basa sull'autorizzazione ricevuta dal Parlamento con ampia maggioranza a costituire un fondo di 20 miliardi per intervenire a tutela del risparmio", ha annunciato il premier Paolo Gentiloni al termine del consiglio dei ministri.
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