Dopo i diamanti Tiffany, pagati 16,2 miliardi di dollari, Lvmh punta i riflettori sulle Birkenstock. A correre in pole position per i sandali tedeschi, icone della comodità più che del lusso, è infatti L Catterton, il fondo di private equity creato nel 2016 dalla partnership tra il colosso d'Oltralpe e il suo stesso fondatore Bernard Arnault. Non è escluso che Lvmh possa detenere una quota diretta nel gruppo in mano alla sesta generazione di Birkenstock. In gara rimangono comunque anche Permira (che ha controlla Golden Goose) e Cvc Capital Partners (che controlla Breitling), tra i primi a farsi avanti per il calzaturificio tedesco.
Per l'azienda, tra le poche ad aver sbattuto la porta in faccia ad Amazon, nel 2018, senza ulteriori ripensamenti, i proprietari starebbero cercando di ottenere una valutazione di almeno 4 miliardi di euro, 4,5 miliardi comprendendo il debito. Si tratterebbe di una valutazione stellare persino per i più noti brand dell'alto di gamma e pari a non meno di 4,5 volte il fatturato, anche ipotizzando una incredibile accelerazione nella vendita di sandali rispetto alle 23,8 milioni di paia vendute nell'ultimo esercizio. Birkenstock, infatti, ha chiuso l'ultimo bilancio al 30 settembre 2019 con un fatturato di 721,5 milioni (+11% rispetto all'esercizio precedente). Geox, tanto per dire, è valutata intorno alle 0,6 volte i ricavi, Tod's a poco più di due volte, mentre Salvatore Ferragamo sfiora le tre volte.
Al di là della possibile accelerazione delle vendite nel 2020, alla base delle valutazioni vertiginose vi è il cambio di paradigma imposto dal Covid per cui, in assenza di gala la comodità diventa lusso, e dall'altro le potenzialità viste dai tre fondi nel brand fondato nel 1774 da allora rimasto fedele a se stesso.
Nel corso degli ultimi vent'anni anni i sandali, passati da ortopedici a modaioli, sono stati visti ai piedi di Kate Moss e di Gwyneth Paltrow e hanno registrato collaborazioni sempre più «fashion» con tra l'altro Rick Owens, Valentino e Central Saint Martins (ma non con Supreme, brand dello streetwear a cui i tedeschi hanno detto «no»). «È la moda che si è ispirata a Birkenstock e non il contrario», aveva dichiarato qualche anno fa Carla Sozzani (Vogue Italia), sottolineando come si potesse andare dovunque con i sandali tedeschi. Anche a Parigi.
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