Il mix energetico europeo vive una profonda trasformazione e il balzo verso le rinnovabili ora passa anche dai porti. Secondo il quarto Med & Italian Energy Report - realizzato da Srm, centro studi collegato al gruppo Intesa Sanpaolo, e dall'Esl@Energy center del Politecnico di Torino dal 2000 al 2020 il petrolio è ancora la principale fonte energetica, ma la sua quota è diminuita di 6 punti percentuali, passando dal 38,7% al 32,7%. È aumentata, invece, la quota del gas (dal 20,6% al 24,4). «La crisi russo-ucraina ha messo al primo posto la sicurezza e l'accessibilità economica dell'energia, mettendo in secondo piano la sostenibilità ambientale, precedentemente al centro, e si è intensificato, nel Mediterraneo, il dialogo energetico «nero», basato sul fossile. Nel medio-lungo termine, tuttavia, il dialogo dovrà virare al «verde», sulle fonti rinnovabili, con un mix di commodity energetiche in cui non solo elettricità e idrogeno ma anche combustibili bio e sintetici giocheranno un ruolo, soprattutto nel trasporto aereo e marittimo», ha spiegato Ettore Bompard, direttore di ESL@ Energy Center.
E infatti, il processo è già avviato: nel ventennio le rinnovabili e i biocarburanti hanno guadagnato comunque più di 11 punti percentuali passando dal 6,4% al 17,9%. Una conferma per chi in Italia sta investendo nel settore: da Eni a Leonardo. Ed è proprio su queste forme alternative di carburante che si concentra lo studio, presentato ieri al Parlamento europeo a Bruxelles, mettendo in luce come sia il settore dello shipping il più coinvolto
Dalla Msc di Gianluigi Aponte, a Cosco fino a Maersk, «i grandi armatori si stanno adoperando per trasformare le proprie flotte anche alla luce della normativa per cui entro il 2030, il 2% dell'energia a bordo deve derivare da biocarburanti» spiega Massimo Deandreis, direttore Srm. Anche per questo, i porti stanno diventando poli di sviluppo industriale ed energetico. In quanto terminali di energie fossili e rinnovabili, nonché luoghi di sbocco di pipelines provenienti in particolare dal Nord-Africa che portano flussi di energia e anche vicini a industrie ad alta intensità energetica.
Lo studio ricorda che i primi cinque energy port italiani concentrano il 70% circa del traffico e sono Trieste, Cagliari, Augusta, Milazzo e Genova.
«È nato e sta evolvendo in Italia, un nuovo modello portuale che sta ricalcando quelli più evoluti del Nord-Europa: il Green Port, vale a dire uno scalo sempre più rivolto a efficientare il proprio consumo di energia, ad essere al servizio di navi che utilizzano combustibili alternativi e a dotarsi di infrastrutture di attracco e di attrezzature per il rifornimento diversificato delle navi», spiegano gli esperti. Oltre ai porti, i biocombustibili svolgono attualmente un ruolo fondamentale nella decarbonizzazione del settore trasporti Ue. In particolare, Francia, Spagna e Italia rappresentano quasi il 90% di tale quota.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.