Nuove armi contro i furbi della casa: cosa accadrà

Rigido controllo sugli immobili e tassazione equa, questo l'obiettivo del governo. Ecco cosa si sta preparando

Nuove armi contro i furbi della casa: cosa accadrà

Il gorverno è più che mai intenzionato a varare la delega fiscale (forse in arrivo la prossima settimana), e fra le varie riforme potrebbe esserci spazio anche per una revisione del catasto, mirata, stando all'esecutivo, a contrastare l'evasione fiscale anche sulla casa. Lega, Forza Italia e Movimento 5Stelle sono apparsi contrari, ma il Partito democratico spinge con forza verso questa soluzione. La riforma dunque è al centro di uno scontro politico che potrebbe logorare la maggioranza. Ma di fatto l'esecutivo fa i conti con i dati che accertano i buchi sulla riscossione delle imposte sulla casa.

Secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore, anche le tasse sull'immobile non sarebbero esenti da evasione, come confermato dai dati elaborati dal ministero dell'Economia, che ogni anno valuta l'entità delle entrate messa a confronto con il valore degli imponibili. Si parla di un buco che può raggiungere i 6 miliardi.

Il tax gap

All'interno del Rapporto annuale sull'economia sommersa allegato alla Nadef sono elencate tutte quelle tasse maggiormente interessate dal fenomeno. Prima su tutte l'Imu, che dovrebbe portare nelle casse dello Stato 4,869 miliardi in più ogni anno, come differenza fra Imu con l'aliquota base del 7,6 per mille e Imu effettiva ad aliquota standard.

Ci sono poi i 266 milioni della Tasi ed i 695 milioni dell'Irpef. In media la propensione all'evasione dell'Imu si aggira intorno al 25,8%, con varie differenze a seconda del territorio. In Emilia Romagna, ad esempio, la situazione è ridotta al 15%, mentre in Calabria sale al 46,3%.

Controlli ed aumenti

Da qui la decisione da parte del Fisco di effettuare controlli mirati, anche con l'aerofotogrammetria. Grazie a questa tecnica, che rileva le caratteristiche del terreno non facilmente percepibili al livello del suolo, Agenzia delle Entrate ha già confermato molti dei suoi sospetti, individuando 2 milioni di particelle non dichiarate ed 1,2 milioni di unità immobiliari in più. La caccia alle cosiddette "case fantasma" è dunque iniziata. Nella riforma del catasto, ormai alle porte, saranno probabilmente inseriti l'aggiornamento delle rendite catastali, la sostituzione dei vani catastali in favore dei metri quadrati e la semplificazione delle categorie immobiliari.

Il fine ultimo è quello di arrivare ad un’imposizione fiscale più equa, con una crescita graduale che non superi l'1% annuo. Ma in tanti, all'interno della maggioranza, non sono favorevoli ad un aumento delle tasse.

Gli organi coinvolti

Il Mef intende procedere con un preciso aggiornamento dell’anagrafe immobiliare integrata, così da sapere tutto sull'immobile. Da qui la necessità di svolgere controlli mirati ed incrociati, così da valutare la veridicità di quanto dichiarato dai contribuenti. A ciò seguirà una ridistribuizione del carico fiscale in base al reale valore della struttura interessata.

Ad occuparsi dell'operazione sarà l'Agenzia delle Entrate, che dovrà meticolosamente controllare le banche dati catastali.

Un ruolo importante spetterà anche ai vari enti locali, che insieme al fisco, secondo quanto si legge nell'atto di indirizzo, dovranno "presidiare il territorio al fine di far emergere gli immobili non dichiarati in catasto, anche attraverso l’adozione di metodologie innovative di controllo, che favoriscano la dichiarazione catastale da parte dei soggetti inadempienti".

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