Scintille tra Intesa e Ubi. A un giorno dalla chiusura, prevista per domani, l'offerta dell'istituto milanese su Ubi Banca è stata prorogata di altri due giorni, fino a giovedì 30 luglio.
La decisione è stata presa d'ufficio dalla Consob, ieri sera. Nel weekend la Commissione era già intervenuta, imponendo a Ubi di modificare sul suo sito Internet le informazioni sul confronto in tempo reale tra le quotazioni delle azioni Ubi e la valorizzazione implicita in base ai termini dell'Opas di Intesa. E di aggiungere le necessarie precisazioni. Il portavoce di Intesa, in serata, ha dichiarato che «Intesa Sanpaolo prende atto della decisione della Consob di prorogare di due giorni il periodo di offerta: ciò è motivato dai comportamenti tenuti da Ubi nei confronti dei suoi azionisti cui non ha rappresentato con chiarezza tutti gli elementi più rilevanti della nostra offerta». La proroga nascerebbe quindi da questo.
Tanto che, prosegue il portavoce, «Ubi è stata costretta da Consob a evidenziare sul proprio sito Internet come il prezzo dell'azione Ubi incorpori il premio implicito offerto da Intesa. Pertanto Consob ha assunto d'ufficio la decisione di prorogare di due giorni la durata dell'offerta per consentire all'azionariato (specialmente retail) di acquisire tutte le informazioni necessarie a una reale comprensione dei contenuti dell'offerta e valutarne la convenienza».
Il conteggio delle consegne si è ieri fermato a al 43,48%. In un giorno sono arrivate adesioni per quasi l'11%: tanti titoli, ma non abbastanza per superare la soglia del 50%. E tanto meno per raggiungere il 66,7%, la soglia di capitale Ubi considerata ideale perché permetterebbe a Intesa di avere la certezza assoluta dei due terzi dell'assemblea e quindi le consentirebbe di programmare operazioni straordinarie, come la fusione, già da subito.
Ma in casa Intesa - dove con l'advisor Mediobanca, i legali dello studio Pedersoli, il consulente di mercato Equita, e il global information agent Morrow Sodali si segue l'operazione minuto per minuto - la partita è considerata vinta grazie all'adesione data per certa del fondo Usa Silchester, con l'8,5%; e c'è grande ottimismo per il superamento del 67%. I conti che gli uomini del Ceo Carlo Messina fanno sono questi: il 10-11% di ieri è arrivato da piccoli soci (3%), ex aderenti ai patti di sindacato Ubi (2%) e investitori istituzionali o arbitraggisti - che avevano raccolto i titoli in vendita durante il periodo di offerta, lucrando sui centesimi di premio garantiti dall'offerta finale (che rispetto a quella iniziale ha avuto un rilancio di 57 cent per azione) - per circa 6 per cento.
Sulla base di questo trend, mancherebbero all'appello 4-5% di retail, 5-6% di ex pattisti e 10-15% di arbitraggisti e fondi, con Silchester. Tutti pronti a consegnare oggi e nei due giorni extra. Anche perché, come si è visto ieri, il titolo Ubi ha subito un forte contraccolpo dai termini di chiusura dell'Opas: le azioni hanno terminato in calo dell'8,8% a 3,3 euro. Chi ha in mano azioni Ubi rischia nell'immediato di perdere circa il 9% rispetto ai valori dell'Opas: 1,7 titoli Intesa (che ieri hanno chiuso a 1,8) più 57 cent ieri facevano 3,63 euro, contro 3,32 del prezzo di Ubi.
Se i calcoli di Intesa sono esatti, la quota di capitale che potrebbe entrare fino al 30 sarebbe intorno a quel 25% che porterebbe la percentuale di adesione oltre il 67%. Ma a questo punto non resta che attendere l'esito dei numeri veri.
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