Semplificare e velocizzare. Ecco due verbi che storicamente non vanno per la maggiore nel Sistema Italia. Frequentarli poco e male ha reso assai complicato un esercizio fondamentale: la realizzazione delle grandi opere. Un ritardo che fino a oggi ha pesato in modo grave. Adesso, finalmente, uno spiraglio di luce. Una crepa al muro dell'immobilismo. Mi riferisco al decreto legislativo approvato dal Consiglio dei ministri per la riforma del Codice dei contatti pubblici. Un decreto che, negli auspici del provvedimento, ha in animo di promuovere un dialogo fecondo con i verbi semplificare e velocizzare. E accorciare i tempi per avviare la realizzazione delle opere pubbliche.
Una cosa che dovrebbe essere normalità in un Paese moderno, in un Paese che si vuole bene, qui viene salutata quasi come una conquista da parte dei soggetti responsabili. Quel che continua a preoccupare è l'altolà a priori da parte di coloro che intendono la politica, non come servizio al bene comune, ma come ambito dove salvaguardare privilegi sorretti da pilastri ideologici. Per costoro il lato positivo non conta mai. Eppure, questo codice se supererà la prova dell'ennesima e prevedibile battaglia dell'opposizione irresponsabile, provocherà palesi benefici: taglio della burocrazia, drastica riduzione degli sprechi, aumento della domanda di lavoro, più opportunità anche per le piccole e medie imprese.
Insomma, più cantieri e più salute per l'economia reale. E dunque benefici per tutto il Sistema Paese. Ovviamente, tutto dovrà avvenire nel massimo della trasparenza. Lo Stato avrà la grande occasione per dimostrarsi vigilante nei controlli.
Non possiamo permetterci infiltrazioni, aggiramenti operazioni contraddistinte da opacità. È dirimente aggiungere il verbo controllare ai verbi semplificare e velocizzare. Assegnazioni alla luce del sole per l'Italia delle grandi opere. All'opera!
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