Anche quest'anno l'Ocse ha dato le sue "pagelle" all'Italia. Dal Pil all'occupazione la sentenza è una sola: possiamo fare di più.
La disoccupazione ad esempio continuerà a calare, passando da 11,9% nel 2015 a 11,3% nel 2016 e 10,8% nel 2017, ma "bisogna fare di più per aumentare produttività e inclusione", scrive l'Ocse nelL'Economic Outlook. E l'Agenzia nazionale per le politiche attive del lavoro "sarà cruciale per portare più persone in buoni posti di lavoro e ridurre la non corrispondenza tra impiego e competenze, ma deve ancora diventare operativa". Preoccupa soprattutto la disoccupazione giovanile, che resta alta e che si può ridurre solo con "una migliore coordinazione tra istruzione e politiche sul mercato del lavoro".
Prevista però una crescita all'1% nel 2016 e all'1,4% nel 2017 per il Pil italiano, come stimato a febbrao. Il principale driver di questa crescita rimane il consumo privato, "nonostante il recente rallentamento nella crescita dell'occupazione". "Dopo un rallentamento a fine 2015, la ripresa dovrebbe ritrovare forza, trainata dai consumi privati e, in modo minore, da una moderata ripresa degli investimenti" spiega l'Ocse, "La produzione industriale sta avanzando, con i recenti aumenti attribuibili per la gran parte a capitale e beni durevoli". Il consumo, in particolare, è supportato da "aumento del reddito delle famiglie, trainato da un reddito nominale in crescita, inflazione bassa e misure fiscali, insieme a una domanda inusualmente forte, specialmente per i veicoli da trasporto e altri beni durevole.
Altro capitolo quello delle tasse: "Ridurre in modo permanente i contributi per lo Stato sociale, specialmente quelli sui bassi salari, insieme ad efficaci politiche
sul mercato del lavoro, e allo spostamento dell'onere fiscale verso consumo e proprietà immobiliare, basandosi su valori catastali aggiornati, porrebbe le basi per una crescita più forte ed equa", spiega l'organizzazione.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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